Allarme a Monza: numerosi rondoni trovati intrisi di colla. Appello dell’Enpa: chi sa parli

Tutto è cominciato la mattina del 12 Aprile quando i volontari dell'Enpa di Monza hanno ricevuto una segnalazione relativa a una "rondine" precipitata tra le bancarelle nella centralissima Piazza Carrobiolo (a Monza) che in realtà si è scoperto essere un rondone adulto. Il povero uccello aveva quasi tutta la lunghezza delle timoniere e la punta più esterna delle remiganti primarie imbrattate, come se fosse stato immerso nella colla trasparente.

La cosa è sembrata subito strana dal momento che questa specie di uccelli, avendo il femore direttamente collegato alla zampa, non tocca mai il suolo in tutta la sua vita perché non riuscirebbe più a involarsi da terra; per questo motivo trascorre gran parte del tempo in aria dove caccia insetti alati, si accoppia e, addirittura, dorme. Forse non tutti lo sanno ma quegli uccelli che vediamo volteggiare in gruppo nei nostri cieli producendo stridenti grida da maggio a metà luglio, sono proprio i rondoni. L’unico momento in cui il rondone si posa è quello della nidificazione, ma in siti molto alti. Il rondone è molto comune in città con centri storici ricchi di cavità, campanili, torri, che nel centro di Monza non mancano. Nei tetti del palazzo del Comune e nel vicino Arengario, ad esempio, ci sono moltissime postazioni in cui nidificano.

Il rondone recuperato, per essere rimasto invischiato in quel modo, non poteva che essersi poggiato in un punto dove qualcuno deve aver deliberatamente posizionato della colla (forse per catturare piccioni o topi?) oppure deve aver dimenticato del materiale adesivo di tipo edilizio. Questo, purtroppo, non è stato l'unico caso. Infatti, il giovedì successivo viene rinvenuto, sempre a in piazza Carrobiolo, un secondo esemplare, poi un terzo e così via; i ritrovamenti (anche di piccioni) si susseguono con drammatica insistenza:

Fortunatamente, usando cenere, sapone sgrassante e … olio di gomito, nel giro di una settimana i rondoni sono stati ripuliti perfettamente e sono tornati a volare. Ma lo stress cui sono stati sottoposti è tanto, senza contare che probabilmente torneranno a posarsi nello stesso posto dove sono rimasti incollati. Bisogna poi pensare anche a quanti non cadono a terra e non possono contare sull'aiuto di nessuno, rimanendo magari incollati sui tetti e destinati a morire di fame e di sete, ai nidiacei che presto nasceranno e dovranno convivere con questo pericolo e a tutti gli animali che rimarranno vittime di questa trappola, voluta oppure no, ma comunque dagli effetti disastrosi.

L'area sembrerebbe circoscritta alle zone di via Frisi / Piazza Carrobiolo / via Carlo Alberto nel centro storico di Monza; purtroppo non ci sono ulteriori indizi. Proprio per questo, ma senza creare allarmismi, l'Enpa di Monza lancia un appello chiedendo la collaborazione di tutti i cittadini: chi si è accorto che è stata lasciata in giro della colla di tipo edilizio o, peggio, sa che qualcuno la sta mettendo deliberatamente, può scrivere a selvatici@enpamonza.it.

In caso di “attacco intenzionale” contro l'avifauna è opportuno ricordare che l'uso di sostanze adesive per catturare piccoli uccelli rientra tra le tecniche di uccellagione, una pratica di caccia attualmente vietata in tutto il territorio italiano in ottemperanza all'articolo 3 della Legge n. 157 del 1992 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che recita: « È vietata in tutto il territorio nazionale ogni forma di uccellagione e di cattura di uccelli e di mammiferi selvatici, nonché il prelievo di uova, nidi e piccoli nati ».

Chi esercita l'uccellagione è sanzionato, dall'art. 30 della stessa legge, con l'arresto fino a un anno o l'

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