La fauna non é un pericolo né una minaccia per l’uomo e le attività antropiche. Sono, invece, un tassello insostituibile di quella straordinaria biodiversità che è valsa all’Italia il primato in Europa. Parlare di un Paese, il nostro, in balia di orde di animali selvatici che incontrollati devastano il territorio e mettono in pericolo l’incolumità stessa dei residenti non è solo una evidente falsità. E’, anche e soprattutto, una manipolazione propagandistica che ha come obiettivo ultimo quello di armare i fucili dei cacciatori e di creare la filiera della carne dei selvatici. Lo scopo è ucciderli per venderli negli scaffali dei supermercati.
«La realtà dei fatti, l’esperienza maturata in questi ultimi quaranta anni, dimostra proprio il contrario: che le fucilate non sono una soluzione ma sono parte del problema. L’attività venatoria “ordinaria” così come la “caccia di selezione” – spiega Enpa – hanno invece alterato equilibri naturali, creando scompensi demografici nelle popolazioni di molte specie. Il caso dei cinghiali è emblematico: sono anni che gli spariamo ma, secondo quanto dichiarato dalle stesse associazioni di categoria, il loro numero invece di diminuire sarebbe addirittura in crescita».
C’è poi una contraddizione di fondo nella sequenza illogica contenimento delle popolazioni – fucilate – vendita ai supermercati, che viene sponsorizzata e caldeggiata dalle associazioni di categoria. «Se i selvatici sono una fonte di lucro a basso costo per agricoltori, cacciatori e armieri perché mai essi dovrebbero intervenire per limitare la composizione numerica delle popolazioni? L’interesse – prosegue Enpa – è piuttosto quello opposto: avere sempre a disposizione sul territorio un buon numero di animali da uccidere per fare affari a buon mercato».
Insomma – secondo Enpa – ove mai vi fossero davvero reali e comprovate situazioni di squilibrio, ciò che serve per risolverle non sono politiche vecchie di decenni che l’esperienza ha dimostrato essere del tutto inadeguate, ma interventi condotti con criteri scientifici. Interventi che sono già previsti dal nostro ordinamento e che prevedono il ricorso a metodi ecologici, gli unici davvero efficaci per la convivenza. E, proprio per questo, gli unici ad essere rimasti finora sistematicamente inapplicati.