A VIESTE (FOGGIA) LICENZA DI UCCIDERE GLI ANIMALI VAGANTI. L’ENPA: RITIRARE ORDINANZA ABOMINEVOLE. PRONTI A MOBILITAZIONE

«Siamo pronti ad utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione, da quelli legali a quelli di pressione sull'opinione pubblica italiana e internazionale, qualora le autorità locali competenti non ritirassero l'ordinanza che autorizza l'abbattimento immediato degli animali trovati a vagare sul territorio del Comune di Vieste.» Lo dichiara l'Ente Nazionale Protezione Animali che ha diffidato il sindaco della città pugliese e la prefettura di Foggia dal dare corso ad un provvedimento insensato, inammissibile e contrario alle più elementari norme di civiltà.
 
«Francamente la ratio di questa ordinanza risulta essere del tutto incomprensibile: se un animale viene trovato a vagare incustodito, invece di sanzionare il suo proprietario che avrebbe dovuto prendersi cura di lui e non lo ha fatto, si decide di freddarlo seduta stante con un colpo di fucile – aggiunge la presidente dell'Enpa, Carla Rocchi -. Mi sembra evidente che se a Vieste esiste un problema di malgoverno degli animali, problema che rappresenterebbe una presunta fonte di pericolo per l'incolumità pubblica, le istituzioni non si impegnano per risolverlo. Anzi, lo aggravano.»
 
Lo aggravano perché fanno poco o nulla per promuovere la cultura del possesso responsabile tra gli allevatori: finché non essi non vengono chiamati a rispondere in prima persona delle loro eventuali condotte omissive, alcune delle quali punite anche dal nostro codice penale, è difficile sperare in un cambiamento di mentalità. Ma in questo modo il problema continuerà ad esistere ed a reiterarsi.
 
Nella diffida inviata alle autorità locali, l'Enpa contesta anche alcuni profili di illegittimità del provvedimento. Infatti, secondo l'associazione, non si spiega il motivo per il quale l'ordinanza, oltre a non essere congruamente motivata – non sono cioè specificate le ragioni di ordine pubblico che ne sono alla base – preveda soltanto l'abbattimento degli animali senza considerare altre misure di prevenzione o di risoluzione, quali ad esempio la narcotizzazione degli animali. Perché, dunque, tutta questa fretta di sparare?
 
«Auspichiamo che prefettura e sindaco, con i quali siamo comunque disposti a collaborare per trovare soluzioni condivise, tornino sui loro passi – conclude Rocchi -. Anche perché sono certa che ben pochi turisti desiderano trascorrere le loro vacanze in un luogo tutt'altro che tranquillo e rilassante, nel quale è possibile sparare e di uccidere altri esseri viventi.» 
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