Tutto esaurito a Portici (Napoli) per il seminario dal titolo “La medicina forense veterinaria: procedure operative di campo”; una iniziativa di formazione promossa dal Sevizio Nazionale Guardie Zoofile Enpa con l'obiettivo di arricchire il bagaglio di conoscenze tecniche delle Guardie, ottimizzando la loro capacità di intervento sul territorio, a difesa degli animali in difficoltà.
L'iniziativa, organizzata dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e svoltasi presso la sede centrale dell'Istituto, ha visto la partecipazione della dottoressa Paola D'Ambrosio, in servizio presso la Procura Napoli Nord, che è intervenuta sul tema “Tutela giuridica degli animali d'affezione: criticità normative e operative. L'Esperienza della Procura di Napoli Nord”; del dottor Rosario Fico, del Centro di referenza Nazionale di Medicina Forense Veterinaria”, che ha parlato della medicina forense veterinaria a supporto della lotta ai reati contro gli animali; del dottor Gianluca Miletti e della dottoressa Lucia Vangone, dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, con un intervento dal titolo “Norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati”.
Ad aprire i lavori è stato Antonio Fascì, responsabile del Servizio Nazionale Guardie Zoofile Enpa che ha sottolineato l'importanza di intervenire con tempestività ed efficacia per prevenire e reprimere i reati in danno agli animali. «Si tratta di un compito estremamente impegnativo – ha detto Fascì – che richiede un livello di competenze tecniche, teoriche e pratiche sempre più elevate e al passo coi tempi. Per questo, vogliamo mettere a disposizione delle forze dell'ordine e, quindi, della collettività un corpo di Guardie Zoofile altamente specializzato, in grado di fare la differenza nel contrasto ai crimini contro gli animali».