Il Tribunale di Potenza ha emesso una sentenza di condanna nei confronti di un uomo accusato di aver abbandonato il proprio cane in condizioni incompatibili con la sua natura e gravemente lesive del suo benessere. L’uomo è stato condannato alla pena dell’ammenda e al pagamento delle spese legali. L’Ente Nazionale Protezione Animali ha seguito il caso attraverso l’avvocato Claudia Ricci dell’ufficio legale Enpa. Il cane sequestrato è stato affidato a operatori terzi, garantendogli così un futuro sicuro e dignitoso.
Questo caso rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra Forze dell’Ordine, Autorità Sanitaria, Enpa e Autorità Giudiziaria. I fatti si sono svolti con notevole rapidità:
•12 aprile 2024: i Carabinieri sequestrano il cane, accertando condizioni di abbandono; l’ASP ne certifica lo stato di salute e dispone l’affidamento a operatori terzi.
•24 maggio 2024: Enpa, in attuazione del protocollo d’intesa con i Carabinieri, deposita denuncia
•28 giugno 2024: la Procura cita a giudizio l’imputato, fissando l’udienza per il 7 novembre 2024.
•7 novembre 2024: a seguito della prima udienza, viene emessa la sentenza di condanna.
In soli otto mesi, il reato è stato accertato e sanzionato, dimostrando come la sinergia tra enti possa portare a risultati concreti nella tutela degli animali.
“Un modello di efficienza e collaborazione”
“Questa sentenza è un esempio concreto di come le sinergie virtuose tra istituzioni possano portare a risultati concreti nella lotta a chi abbandona o provoca sofferenza negli animali – dichiara Carla Rocchi, Presidente Nazionale Enpa –. Non sempre, purtroppo, casi di questo genere vengono affrontati con altrettanta celerità e determinazione, spesso a causa di prescrizioni, mancate collaborazioni o sottovalutazione dei reati. Tuttavia, questo caso dimostra che perseguire giustizia per gli animali è possibile”.