Due giovani cercano di attirare un orso, Enpa li denuncia per disturbo della fauna.

L’Ente Nazionale Protezione Animali presenta una denuncia contro ignoti in merito al video che documenta l’incontro fortuito tra un orso e due giovani. Dalle immagini si vedono i due che, invece di allontanarsi, come correttamente avrebbero dovuto fare, cercano di attirare l’attenzione dell’animale, fischiando, urlando e illuminandolo con una torcia. Questo comportamento irresponsabile, oltre ad aver messo in pericolo l’incolumità del plantigrado e dei ragazzi, configura il reato di disturbo della fauna selvatica. A seguito della denuncia di Enpa, l’identificazione dei giovani e l’apertura di un procedimento penale a loro carico, potrebbe concludersi con una condanna.

Quanto mostrato dal video, che assai probabilmente è stato girato in Trentino, come si desume dall’idioma utilizzato, non è un episodio isolato. Purtroppo – osserva Enpa – i casi di disturbo agli orsi (come agli altri animali selvatici) sono molto frequenti. Basti pensare al plantigrado inseguito lo scorso anno da un’auto per le strade di Arco o agli esemplari braccati nella zona di Ledro. Come dimenticare poi l’orsa della Val Rendena che fugge, zoppicando, insieme al proprio cucciolo da un’automobile che la insegue e che si salva solo gettandosi fuori strada? «In queste situazioni non si può parlare né di bravate né di goliardate, ma di azioni criminali che possono avere conseguenze serissime per l’incolumità di tutti, uomini e animali, e che peraltro possono dare luogo a pericolosissime emulazioni». Secondo l’associazione animalista è dunque necessaria una politica di “tolleranza zero” che punisca in modo esemplare ogni azione volta a recare disturbo o maltrattamento ai selvatici. «Sfortunatamente, ancora una volta ci rammarichiamo che la PAT, così solerte nel condannare a morte gli orsi per i loro comportamenti naturali, non abbia rivolto neanche una parola per stigmatizzare questa azione criminosa.».

Un silenzio, secondo Enpa, molto grave perché può essere interpretato come acquiescenza, tanto da indurre qualcuno a perseguitare intenzionalmente gli animali e a creare così le premesse per una loro reazione difensiva. Un pretesto per imprigionare a vita o mettere a morte altri orsi. «Anche per questo ci opponiamo con fermezza ad ogni interpretazione estensiva delle norme del Pacobace, le quali invece dovrebbero escludere nella maniera più assoluta che si possa definire come “confidente”, o peggio ancora come pericoloso, un animale che ponga in essere il comportamento più naturale di tutti: quello di autodifesa».

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