Stop alle “doppiette” nel Parco del Delta del Po. Le associazioni Enpa, Lac Emilia-Romagna, Lav Bologna, Oipa Ravenna e Italia Nostra Ravenna, attraverso delle osservazioni al documento pubblicato dalla Regione lo scorso marzo “Misure di conservazione dei siti Natura 2000”, puntano il dito contro “le attività di caccia in uno dei più rilevanti siti mondiali per la biodiversità, per gli uccelli acquatici e per le rotte migratorie, il Delta del Po”.
“Si tratta di un vero e proprio scandalo a livello europeo, anche perché il Parco è uno dei sette black spot per il bracconaggio in Italia. Il documento della Regione- proseguono le associazioni – ricalca in gran parte le precedenti misure di conservazione a conferma che non sono mai state attuate se non molto parzialmente. La caccia viene prevista all’interno delle zone Rete Natura 2000 e anche in prossimità, fino a 400 metri, delle Riserve naturali dello Stato, di cui il Delta del Po è ricchissimo. Non a caso l’Italia è stata messa in mora dalla Commissione europea per violazioni della direttiva Uccelli dovuta alle attività venatorie”.
Ecco cosa propongono le associazioni: “L’attività venatoria è abolita per l’intero perimetro della zona Zsc e Zps, per le aree Rete Natura 2000 comprendenti in parte o totalmente le stazioni del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna”, non appena conclusa la validità del Piano faunistico regionale 2018-2023. Inoltre nelle zone Rete natura 2000 la caccia “va posta a specifica Valutazione di incidenza, Vinca, da eseguirsi ogni due anni”.