Il Tribunale di Lecce ha condannato ieri un uomo per aver detenuto in condizioni incompatibili con la loro natura 20 cani in un canile abusivo a Gallipoli. Il Giudice ha condannato l’imputato al pagamento di 6 mila euro a titolo di ammenda e di 7mila euro a titolo di risarcimento del danno in favore di Enpa. L’Ente Nazionale Protezione Animali attraverso l’ufficio legale e tramite l’avvocato Claudia Ricci e l’avvocato Vincenza Raganato della Rete legale Enpa, si era costituito parte civile.
L’uomo era stato già segnalato alle istituzioni per maltrattamenti di animali in altre occasioni, ma la situazione è emersa nella sua tragicità solo dopo l’intervento delle Guardie Zoofile all’interno della proprietà dell’uomo dove è stato scoperto un vero orrore. I cani erano tenuti in 10 box, immersi nelle proprie feci. I cumuli delle deiezioni erano tali da rendere difficoltoso l’ingresso negli spazi alle guardie. Ovunque c’era una fanghiglia mista a deiezioni e i cani erano tutti bagnati, sporchi. Non c’era cibo a disposizione e l’acqua presente era sporca e in contenitori che erano diventati di colore verde per la vegetazione. I cancelli erano in ferro arrugginito e con spuntoni pericolosi per gli animali.
“Una situazione di degrado totale – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – che andava avanti da chissà quanto tempo nella totale indifferenza di tutti. Per questo torniamo a ribadire che è fondamentale che i comuni non abdichino al loro ruolo di monitoraggio del territorio e che le persone non si stanchino mai di denunciare situazioni di sofferenza e maltrattamento degli animali. Purtroppo queste realtà non sono sporadiche e solo una presenza costante della Polizia Locale e delle istituzioni sul territorio può far sì che emergano e vengano fermate. Noi come Protezione Animali continueremo sempre a denunciare affinché sentenza dopo sentenza sia sempre più chiaro che gli animali sono esseri senzienti che vanno protetti e tutelati”.