A seguito dell’approvazione della legge “ammazza-orsi”, votata lo scorso 4 marzo dal Consiglio della Provincia di Trento, l’Ente Nazionale Protezione Animali ha inviato alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea una denuncia, per segnalare la gravissima violazione del diritto europeo (ma anche italiano) che si viene a compiere con questo atto illegittimo. Secondo quanto evidenziato dall’associazione nell’esposto inviato a Bruxelles, la legge “ammazza-orsi” entra (92/43/CEE) in rotta di collisione con la Direttiva Habitat che per alcune specie animali in cattivo stato di conservazione, come cui orsi e lupi, stabilisce un regime di protezione rafforzato. Tale regime, come noto, vieta che agli Stati membri di rimuovere dal territorio (cioè: uccidere o ridurre in cattività) orsi e lupi, ed impone agli Stati stessi di usare lo strumento della prevenzione e dell’informazione per migliorare la convivenza tra specie selvatiche e attività antropiche, e per evitare o portare a soluzione possibili conflitti.
Nulla di tutto ciò è presente nella normativa voluta dal presidente Maurizio Fugatti, che autorizza la PAT ad uccidere indiscriminatamente otto orsi all’anno (quattro dei quali cuccioli). Il vero obiettivo della legge ursicida – scrive Enpa nella sua denuncia a Bruxelles – è quello di sparare agli orsi per ridurne la popolazione. Questa previsione – si legge ancora nel documento dell’associazione animalista – oltre ad essere assolutamente generica, arbitraria, illegittima, e oltre a ripugnare le coscienze di moltissimi italiani che stanno protestando contro le politiche del Trentino, “normalizza” di fatto le fucilate come strumento di controllo demografico. La legge prevede infatti un meccanismo automatico: per far scattare la condanna a morte, è sufficiente che l’animale rappresenti un pericolo anche solo potenziale. Inoltre, la legge “ammazza-orsi” non obbliga la PAT ad adottare soluzioni intermedie e alternative rispetto all’uccisione, secondo il principio di proporzionalità. Presto in Trentino sarà dunque possibile ammazzare un esemplare di orso per il solo fatto di essere un orso. Nulla di più contrario a quanto sancito dal diritto europeo.
«Alla Commissione europea abbiamo anche segnalato le reiterate omissioni della Provincia di Trento sulla materia della prevenzione. Reiterazione denunciate non soltanto da noi ma anche dall’ISPRA, l’Istituto italiano di riferimento per le questioni ambientali», spiega Enpa. «Più volte, l’ultima delle quali in occasione della brutale uccisione dell’orso M59, ISPRA ha chiesto alla Provincia di Trento di applicare le misure previste dalla scienza per evitare il fenomeno degli orsi confidenti, ma – prosegue Enpa – la PAT non ha fatto nulla». Eppure, segnala ancora l’associazione nella sua denuncia alla Commissione, per eliminare o ridurre al minimo i contatti degli orsi con le attività antropiche basterebbe introdurre cassonetti anti-intrusione ed evitare la pratica del foraggiamento degli ungulati (a fini venatori). Poco o nulla è stato fatto per informare residenti e turisti circa i corretti comportamenti e da tener nei territori frequentati dagli orsi e, in particolare, dalle mamme con i cuccioli. Poco o nulla, poi, è stato fatto per sanzionare i comportamenti irresponsabili di quelle persone che, come raccontano le cronache dei giornali, hanno deliberatamente e scelleratamente arrecato disturbo agli orsi.
«Restiamo in attesa che la Commissione europea formuli le sue valutazioni sulla nostra denuncia. Tuttavia – conclude Enpa – siamo fiduciosi in un positivo riscontro, il nostro Paese deve applicare correttamente le direttive anziché collezionare procedure di infrazione».