Protezione del Lupo. Enpa: “NO ad una pericolosa controriforma. La specie è ancora a rischio ”

L’attuale normativa europea reca con sé tutti gli strumenti, anche quelli più “drastici”, necessari ad ottimizzare la convivenza con i lupi e prevenire possibili conflitti con le attività antropiche. Le richieste avanzate dalle lobby estremiste dei cacciatori e degli allevatori non hanno altra ragione d’essere se non quella di armare i fucili contro una specie che sino a pochi anni fa era sull’orlo dell’estinzione e che anche oggi si trova in un precario stato di conservazione. Bracconaggio, traffico veicolare, distruzione degli habitat sono, come spiega il mondo scientifico, le principali minacce che il lupo si trova ad affrontare in Europa e, soprattutto in Italia. «Soltanto nel nostro Paese – ricorda Enpa – ogni anno perdiamo, per cause non naturali, vale a dire riconducibili all’uomo, il 10% della popolazione totale di lupi: 300 individui su un totale di stimato 3mila. A dirlo non è associazione animalista o ambientalista, ma il nostro stesso Ministero dell’Ambiente». Peraltro, i numeri relativi alla diffusione della specie su tutto il territorio europeo, valutata da LCIE (Large Carnivore Initiative for Europe) in circa 20 mila esemplari, descrivono una realtà ben diversa da quella emergenziale ed allarmistica rappresentata dalla lobby venatorio-zootecnica e alimentata dalla politica solo per motivi elettorali.

Posto che per gli uomini la presenza del lupo non rappresenta una minaccia – lo è molto di più l’attività venatoria visto che, secondo l’Associazione Vittime della Caccia la stagione 2023-2024 nella sola Italia è costata la vita a 12 persone ed ha causato il ferimento di altre 56 -se il vero obiettivo degli allevatori fosse quello di tutelare i loro animali, verrebbero adottate le opportune e doverose misure di prevenzione. Misure che, quando applicate in modo congiunto e sistematico (ricovero notturno degli animali, cani da guardiania, recinzioni elettrificate e non), riescono non solo ad abbattere, ma ad evitare del tutto gli eventi predatori. Come ampiamente dimostrato dal mondo scientifico e dai numerosi progetti europei LIFE realizzati (anche nel nostro Paese) proprio a tale scopo.

«Ci appelliamo alle forze europee, progressiste e non, affinché non cedano alle pressioni delle lobby anti-ambientaliste e anti-animaliste, impedendo una pericolosissima controriforma che ci farebbe tornare indietro di decenni. In questi anni – conclude Enpa – le politiche green dell’Europa hanno fissato nuovi standard a livello globale, anche per quanto concerne la tutela degli animali. Oggi rischiamo di perdere tutto questo per tornare all’età della caccia-selvaggia, e delle estinzioni di massa. Questa non è l’Europea che chiedono decine di milioni di cittadini».

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