Tutela per tutti gli animali senza distinzioni di tipologie, inclusione nel provvedimento delle sentenze civilistiche affermate fino ad oggi grazie al lavoro degli uffici legali delle associazioni, fattispecie colposa del reato da inserire nel provvedimento. Questi i punti principali elencati dalla presidente nazionale dell’Enpa, Carla Rocchi, intervenendo oggi in audizione alla Camera nell’ambito dell’esame delle proposte di legge recanti modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali, alla Commissione Giustizia della Camera.
Rocchi ha anche sottolineato che il testo base dal quale partire per il provvedimento debba essere il disegno di legge numero 30 a firma Brambilla perché “da un esame accurato risulta essere quello che raccoglie tutte le osservazioni anche dell’Enpa”.
La presidente della Protezione Animali ha sottolineato come esistano dei punti di concordia fondamenti tra le varie associazioni animaliste rispetto alle priorità da includere per andare nella direzione dell’inasprimento delle pene per il maltrattamento agli animali. “La prima cosa – ha detto Carla Rocchi – è che ad essere tutelati dalla legge devono essere tutti gli animali, non soltanto alcune tipologie. Questa è una vecchia distinzione che oggi, per la sensibilità più diffusa, ha smesso di esistere. E’ poi assolutamente indispensabile tenere conto di tutte le modifiche civilistiche che sono intervenute in questo periodo grazie al lavoro inesausto degli uffici legali di tutte le associazioni. Noi tutti, in questi anni, abbiamo fatto giurisprudenza attraverso i nostri bravissimi legali. Ora quello che si è affermato in sede civilistica, secondo noi, deve essere raccolto e presentato nel provvedimento che vedrà poi la luce in questa sede”.
Altro punto fondamentale e “irrinunciabile” per Enpa è che venga inserita nel provvedimento la fattispecie colposa del reato. ”Una delle difficoltà ravvisata dai nostri uffici legali – ha spiegato Rocchi – è stata quella di far valere la volontarietà del reato. Spesso capita che la persona responsabile dei reati dica di non essere consapevole. Ecco, per noi, la fattispecie colposa del reato diventa un punto irrinunciabile”.
La presidente Enpa ha ricordato il cammino fatto fin qui sulla tutela degli animali “una storia che può sembrare breve” iniziata poco più di trent’anni fa con l’approvazione prima dalla legge quadro 281 del 1991 e poi dalla legge 157 del 1992 sulla fauna selvatica. Tutela che ha avuto recentemente riconoscimento anche in Costituzione attraverso l’articolo 9. “La sensibilità del Paese su questi temi ha progredito velocemente – ha commentato Rocchi – vi segnaliamo quindi la solennità del momento per cui questa tematica si ripresenta dopo più di 30 all’attenzione del Parlamento e ne richiede e ne pretende la responsabilità affinché si arrivi a formalizzare quello che nel Paese ha preceduto la legge, cioè tutto quello che si è fatto con le sentenze, tutto quello che si è fatto con la prassi. Noi apprezziamo particolarmente il disegno di legge numero 30 a firma Brambilla che raccoglie anche tutte le nostre osservazioni. Io credo di poter dire– ha concluso Rocchi – che il Paese è pronto! Siamo certi che il Parlamento vorrà raccogliere questa nostra segnalazione”.