Enpa di Milano: “Ancora una vittima della colla topicipda, stavolta è una gazza”

“Ormai abbiamo perso il conto degli animali selvatici che tentiamo di salvare dalla colla topicida, un killer silenzioso che non si accanisce solo sulle sue vittime designate, i roditori, ma indistintamente su tutti gli animali che hanno la sfortuna di incappare in queste trappole mortali”. Così l’Enpa di Milano che in una nota lancia un allarme per l’effetto devastante che la colla topicida ha su tutti gli animali e racconta l’ultimo recupero di una gazza.

“Esistono metodi incruenti per il controllo delle specie “indesiderate””, dichiara Valeria Santori, Presidente di ENPA Milano; “nel 2024 non possiamo accettare che questa sia una delle modalità più diffuse in una società civile. Se togliere dal commercio queste sostanze non è così semplice, possiamo perlomeno augurarci di far leva sulle coscienze individuali, contribuendo a rendere note storie come quella di questa gazza”. Il corvide è stato trovato lunedì all’esterno di un magazzino a Settala, nella zona est della città metropolitana. Fa male al cuore rivedere le immagini di questa creatura, elegante ed intelligente, mentre lotta con tutte le sue forze per liberarsi dalla colla e, nel tentativo, vi rimane sempre più invischiata: queste sostanze, infatti, possono provocare la morte dell’animale per soffocamento, per inedia oppure a causa delle fratture o lesioni autoinflitte nel cercare di divincolarsi.

Per fortuna la gazza è stata soccorsa in tempo per poter essere trattata dai nostri veterinari, che hanno pazientemente ripulito il piumaggio dalla colla con la cenere. La sua degenza al CRAS sarà però piuttosto lunga e sappiano bene che la cattività forzata non è condizione a cui i selvatici si sottopongono volentieri.
“Oltre a divulgare l’appello allo stop alle colle topicide – conclude l’Enpa di Milano – invitiamo quanti dovessero imbattersi in situazioni simili a rivolgersi a dei professionisti, veterinari o centri specializzati nel soccorso ai selvatici, anziché tentare rimedi fai-da-te, che potrebbero aggravare il quadro clinico”.

Facebook
Twitter
LinkedIn