Ancora un orso investito in Trentino. Il secondo in meno di una settimana. “Cosa aspetta ancora la Provincia Autonoma di Trento (PaT) a lavorare ad un piano urgente per costruire corridoi faunistici? L’Ente Nazionale Protezione Animali sono anni che sollecita la PaT in questo senso, non c’è più tempo da perdere! Finché non verranno realizzate le opere che consentano alla fauna selvatica di spostarsi nel territorio in sicurezza – per sé e per le persone – dovremo leggere di animali investiti, feriti o uccisi, di automezzi distrutti, di persone spaventate e ferite".
La serie degli investimenti, e delle morti degli animali sulle strade del Trentino sembra non avere fine, eppure mettervi rimedio sarebbe possibile. Appena ieri abbiamo dovuto registrare la morte di due caprioli, una mamma col proprio cucciolo, soppressi perché troppo gravi per essere salvati: cui sono seguite le rimostranze dei testimoni, perché pare che il cucciolo si sarebbe potuto salvare, ma in Trentino non esiste più un Centro di Recupero per la fauna selvatica, dopo che era stato chiuso nel 2020 il centro sito al Casteller, a poca distanza da dove viene detenuto in carcere a vita M49. Oggi la notizia di un altro orso, dopo pochi giorni da un precedente impatto con un automezzo, investito. I luoghi degli investimenti sono differenti, ma la modalità si ripete uguale: abbiamo costruito strade che intercettano e interrompono i percorsi utilizzati da tempo immemorabile dalla fauna selvatica, costringendola ad attraversare una rete stradale sempre più fitta, veloce, invasiva. La soluzione, solo apparentemente costosa, è la realizzazione dei corridoi faunistici: se esistesse una raccolta dei dati riferibili ai costi dei danni patiti dai mezzi incidentati, a quelli per il recupero degli animali feriti e uccisi, a quelli del ricovero e riabilitazione dei soggetti che possono essere recuperati, del ripristino della circolazione, vedremmo che il confronto sarebbe a favore di queste opere. I dati raccolti negli anni permettono di individuare le zone in cui sarebbero più utili, in quanto sappiamo che il 90% degli investimenti avvengono in circa il 30% della rete stradale. Finché non verranno realizzate le opere che consentano alla fauna selvatica di spostarsi nel territorio in sicurezza – per sé e per le persone – dovremo leggere di animali investiti, feriti o uccisi, di automezzi distrutti, di persone spaventate e ferite.