Un copione visto troppe volte. Ancora un cane sciolto in un’area dove c’era una mamma orsa con i cuccioli. Stupisce che questa leggerezza sia avvenuta proprio a Spormaggiore, zona dove sono vissuti gli ultimi tre orsi autoctoni dell’arco alpino e dove è stata creata la casa dell’orso, centro di approfondimento e di ricerca sui plantigradi. Una leggerezza che se da un lato dimostra che nei confronti dell’uomo un effettivo pericolo non c’è stato, neanche un campione dei cento metri riuscirebbe a battere in velocità un orso che vuole inseguirlo, dall’altra ci ricorda che lasciare i cani liberi è da sconsiderati. Quasi sempre l’orsa percepisce il cane come un pericolo per i suoi cuccioli e avere questo tipo di disattenzione può significare mettere seriamente a rischio la vita del proprio animale domestico. Per dire basta a queste imprudenze in montagna, l’Ente Nazionale Protezione Animali, da sempre impegnata nella tutela della popolazione ursina, ha realizzato grazie al contributo dell’attore e conduttore Flavio Insinna un piccolo vademecum per ricordare le cose importanti da fare e non fare quando ci troviamo negli habitat degli orsi.
“Vorrei raccontarvi qualcosa in più su di noi”, esordisce Flavio Insinna nei panni dell’orso Flavio. “Eh, sì – aggiunge – perché ne ho sentite talmente tante ormai sul nostro conto che è meglio fare un po’ di chiarezza”. Gli orsi non considerano l'uomo una preda e lo attaccano solo se si sentono in pericolo. Ecco perché è così importante ricordare poche semplici regole di buon senso quando ci troviamo a passeggiare nei boschi o comunque in luoghi in cui esiste la possibilità incontrare un orso.
Non spaventarlo e non prenderlo di sorpresa: facciamoci sentire
L'orso è un fifone, non dobbiamo spaventarlo o prenderlo di sorpresa: perciò facciamoci sentire parlando a voce alta, calpestando le foglie secche o con il tintinnio di un campanellino.
Non scappiamo urlando e correndo
Se ce lo troviamo vicino, non mettiamoci ad urlare, non agitiamo bastoni o altri oggetti, e non scappiamo correndo, arrampicandoci su un albero o gettandoci nelle acque di un lago, perché è più veloce di noi, si arrampica meglio di noi ed è un ottimo nuotatore. Piuttosto stiamo in silenzio (o parliamo a bassa voce) e arretriamo lentamente, senza girargli le spalle, cercando di "farci piccoli" per fargli capire che non rappresentiamo una minaccia.