Allevamento Trecastelli, 15 rinviati a giudizio. Plauso delle associazioni – tra cui Enpa – che presentarono denuncia su fatti gravissimi che hanno coinvolto oltre 800 cani

Le Associazioni ENPA, LAV, Lega Nazionale per la Difesa del cane, LEIDAA e OIPA esprimono soddisfazione per la chiusura delle indagini sull’allevamento di cani di razza di piccola taglia di Trecastelli (AN), noto da mesi alle autorità sanitarie quale unico caso di focolaio di brucellosi conosciuto in Europa e posto sotto sequestro nel gennaio 2021.

Alla chiusura delle indagini sono risultate essere ben 15 le persone indagate tra le quali i proprietari dell’allevamento, il capo della Polizia locale, medici veterinari ASUR, un medico veterinario libero professionista e organi di controllo. Contestati agli indagati, a diverso titolo, i reati di disastro colposo, maltrattamento animali, abusivo esercizio di professione veterinaria, mancato rispetto dei provvedimenti dell'Autorità Sanitaria, corruzione, frode in commercio, falso in certificazioni, omessa denuncia di reato, traffico internazionale di cani.

“Si tratta di un primo positivo passo per fare chiarezza sulle responsabilità che hanno portato ad una situazione insostenibile per oltre 800 cani detenuti in una struttura autorizzata per meno di cento, mettendo a serio rischio anche la salute pubblica in quanto la brucellosi è una zoonosi trasmissibile all’uomo”, dichiarano le Associazioni che a seguito del sequestro avevano presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Ancona. “Ci auguriamo che a breve venga fissata la prima udienza alla quale siamo pronti a costituirci parte civile e speriamo in un processo senza precedenti che, oltre ad appurare quanto accaduto, si concluda con una condanna esemplare che sia da deterrente per chi specula sugli animali mettendone a repentaglio la vita e per coloro che devono effettuare i necessari controlli e prendere le dovute misure per garantire la legalità e proteggere gli animali”.

Le Associazioni ringraziano la Procura della Repubblica di Ancona e le Forze dell’Ordine, in particolare i Carabinieri Forestali del gruppo di Ancona, per la complessa attività di indagine svolta. Se la vicenda giudiziaria è ormai incardinata, le Associazioni sono però ancora in attesa di risposte dal Servizio Veterinario Regionale: nonostante le nostre formali richieste, da mesi non abbiamo più notizie né dei test che dovevano essere effettuati sui 146 cani trasferiti al canile di Ostra Vetere e della loro possibile adozione, né di test a cui dovrebbero essere sottoposti i cani rimasti nell’allevamento per poter monitorare le loro condizioni di salute.

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