L’Ente Nazionale Protezione Animali ha dato mandato al suo ufficio legale, tramite l’avvocato Enpa Claudia Ricci, di presentare denuncia nei confronti delle persone coinvolte nei combattimenti clandestini scoperti ieri sera grazie all’operazione della Polizia di Stato a Canicattì. Inoltre Enpa si costituirà parte civile nelle prossime settimane anche nel procedimento a Imperia che vede coinvolte 18 persone per maltrattamenti di animali legati ai combattimenti illegali.
Allevati nella violenza per la violenza, torturati nella mente e nel fisico, drogati e infine scatenati l'uno contro l'altro. Ogni anno sono tanti, troppi, i cani che muoiono così. Sono i cani combattenti, animali sottoposti a isolamento, diete rigide, nutriti di aggressività e violenza. In pochi riescono a uscire da questo inferno e quelli che ce la fanno hanno bisogno di un incredibile lavoro per tornare a una vita normale. Da 20 anni l'Ente Nazionale Protezione Animali porta avanti “Mai più Ring”, un progetto di rieducazione dedicato a loro, con l'obiettivo di restituire quello che gli è stato tolto: una famiglia, una esistenza serena. E per farlo lancia una campagna di adozione a distanza per sostenere Bred, Bully, Shrek, Kino e Melania e gli altri cani ex combattenti di cui l'Enpa si sta prendendo cura: attualmente 17 cani. Sequestrati alla mafia, arrivati distrutti nel corpo e nell'anima, con il giusto aiuto, hanno imparato piano piano ad avere fiducia negli essere umani e conosciuto un modo diverso di vivere. Obiettivo: trovare una famiglia in grado di occuparsene, dopo un percorso di rieducazione e mantenere una quotidianità il più serena possibile per i cani che rimangono in rifugio. Il progetto è gestito e coordinato fin dall'inizio da Comunicazione e Sviluppo iniziative Enpa. Ad oggi l’Enpa ha rieducato e trovato una famiglia adatta a 46 ex combattenti. Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa: “Nel nostro Paese I combattimenti fra cani sono illegali in base alla Legge 189 del 2004, e chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l'integrità fisica è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro. A distanza di 20 anni da quando abbiamo lanciato la campagna purtroppo questa pratica barbara è ancora una realtà, come dimostrano i sequestri di ieri a Canicattì ed è strettamente legata ai loschi affari delle mafie. Anche per questo è davvero difficile da individuare ed intercettare. Gli animali che abbiamo accolto arrivano tutti da sequestri giudiziari. Sono cani che hanno bisogno di un enorme lavoro per essere recuperati. Un percorso lungo, costante che vede un impegno a tempo indeterminato di esperti cinofili e volontari Enpa. Anche per questo abbiamo voluto rilanciare la campagna di adozioni a distanza. Questi cani meritano una vita diversa!”