Cane ucciso dai lupi, l’Enpa del Trentino: “Il branco si è tenuto a distanza dall’uomo, in Trentino non si fa abbastanza informazione”

’ENPA da oltre 150 si batte affinché gli animali d’affezione siano riconosciuti a tutti gli effetti come membri della famiglia, per questo comprendiamo appieno il dolore di Martino Raineri. Così l’Enpa del Trentino in nota, sottolineando come sia “ancora da chiarire l’esatta dinamica degli accadimenti, perché le notizie si sono susseguite, convulse e confuse, con evidenti e forti discordanze fra comunicati, pubblicazioni, servizi televisivi. Per questo attendiamo che vengano al più presto diffuse le risultanze delle indagini, così da avere un quadro il più rispondente possibile a quanto accaduto”.

“Dalle parole di Martino Raineri – afferma Ivana Sandri, Presidente Enpa del Trentino – si evince che era in passeggiata in una zona lontana dall’abitato, situata fra malga Seconda Posta e forte Cherle, a Folgaria. Con lui due cani Setter inglesi, razza utilizzata per la caccia. Mentre sembra che il cane adulto fosse tenuto al guinzaglio, il più giovane, un cucciolone di circa 8 mesi, era stato lasciato libero. Proprio quest’ultimo correva avanti, sottraendosi alla vista del proprietario. Il quale si allarmava nel momento in cui sentiva un guaito provenire dal bosco in cui si era addentrato il cucciolone, e decideva di seguirlo, trovandolo purtroppo quando ormai era morto, probabilmente ucciso da un gruppo di lupi, che rimanevano nei dintorni, presumibilmente per difendere la preda o il proprio territorio. Fortunatamente il loro comportamento ha messo in chiaro quello che gli esperti ci dicono da sempre, cioè che i lupi non attaccano le persone, anzi se ne tengono lontani, come è successo anche in questo caso: nonostante vi fosse una risorsa da difendere, presumibilmente molto importante per loro – in inverno è difficile per tutti i selvatici reperire sufficienti risorse trofiche, pertanto proteggerle da qualunque competitore è essenziale per la sopravvivenza – tutti si sono tenuti lontani dall’uomo, mantenendosi ad una distanza fra i 50 e i 100 metri”.

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