Lo scorso 25 giugno la Giunta Provinciale di Trento ha deliberato le “Linee guida per l’attuazione della legge provinciale n.9/2018 e dell’articolo 16 della direttiva Habitat in relazione all’orso bruno”. Si tratta di un documento composto da cinquanta pagine nelle quali vengono minuziosamente codificate le regole di ingaggio per procedere con l’uccisione di orsi che assumono comportamenti aprioristicamente considerati problematici o che si trovano in situazioni critiche. Nel mirino dei fucili del Corpo Forestale Provinciale, potranno così finire tutti quegli orsi che, anche solo avvicinatisi agli ambiti urbani, non avranno dimostrato un cambiamento delle loro abitudini dopo due interventi di dissuasione, a prescindere dalla corretta conduzione di tali interventi.
A causa delle linee guida, in questo momento M63 e F42, due orsi che sono stati notati mentre cercavano cibo nei cassonetti non protetti delle periferie dei paesi, corrono il rischio di essere uccisi. I rifiuti urbani e la loro messa in sicurezza mediante l’uso di cassonetti anti orso, è infatti il principale problema che può portare i plantigradi a comportamenti che altrimenti non metterebbero mai in atto. Un problema ben noto in tutte le zone che ospitano popolazioni di orso, ma che la Provincia di Trento ha finora colpevolmente sottostimato, decidendo di cominciare a risolvere solamente dallo scorso 18 giugno, approvando una delibera che dispone finalmente una graduale, ed invero parziale e lenta, sostituzione dei cassonetti normali con quelli protetti che impediscono l’accesso agli orsi. Il ritardo è grave e non giustificabile, considerato che gli orsi sono stati reintrodotti proprio dalla PAT in quel territorio oramai dall’anno 2000.