La Regione Toscana ha lanciato l'iniziativa “cinghiale solidale” che vedrebbe la collaborazione delle associazioni di cacciatori e di Banco Alimentare “per distribuire carne di cinghiale alle persone in difficoltà”. Davvero la Regione Toscana e la vicepresidente Stefania Saccardi pensano di poter far passare questa operazione di sterminio di ungulati come un'opera benefica? Le persone in difficoltà non si aiutano certo aumentando le battute di caccia al cinghiale, battute che ricordiamo non si sono fermate neanche con il Covid e con le dure restrizioni applicate invece alla maggior parte dei cittadini. E’ chiaro l'intento di voler mascherare la politica fallimentare a favore della caccia e quindi di uccisioni e stermini portata avanti, soprattutto in Toscana, da oltre vent’anni; politica che non ha ottenuto alcun risultato sul fronte del contenimento degli ungulati presenti sul territorio. La gestione faunistica, d'altronde, è una materia seria, scientifica e non svendibile sulla pelle degli animali, in nome di facili consensi elettorali.
Se la Toscana intende intervenire in modo incisivo e serio per aiutare gli agricoltori e gli allevatori dovrebbe partire dall’applicazione dell’articolo 19 della legge 157/92 sulla tutela della fauna selvatica che dice chiaramente che bisogna applicare periodicamente tutti i metodi ecologici obbligatori per legge prima di ricorrere a misure come gli abbattimenti che, ripetiamo, non hanno mai risolto nulla.