No alla corrida patrimonio dell’UNESCO. Enpa aderisce alla campagna internazionale #NoTauromaquiaEnUnesco

L’Ente Nazionale Protezione Animali dice NO alla candidatura della corrida come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” e lo fa aderendo alla campagna lanciata dalla piattaforma La Tortura No Es Cultura (LTNEC) e Animal Guardians insieme all'organizzazione Gladiadores por la Paz e AACME “#NOTauromaquiaEnUnesco che hanno lanciato un appello alle organizzazioni di tutto il mondo per mobilitarsi contro la candidatura della corrida come bene culturale immateriale dell'umanità dell'UNESCO.

 

Ricordiamo che il 15 ottobre 1978 a Parigi, proprio presso la sede dell’UNESCO, è stata sottoscritta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Animale  con lo scopo di proporre un codice etico di rispetto verso l'ambiente e ogni animale. Dunque com’è possibile oggi prendere solo in considerazione di inserire questa usanza barbara, che mette al centro la sofferenza e la morte degli animali, come bene culturale immateriale dell’umanità? Veramente vogliamo che la nostra cultura sia rappresentata da uno spettacolo che mette in scena il maltrattamento e l’uccisione di un toro? Senza contare, come ha giustamente sottolineato la presidente della piattaforma Torture Is Not Culture, Marta Esteban Miñano, che non alcun senso che mentre un organismo delle Nazioni Unite, il Comitato dei Diritti dell'Infanzia, si impegna a tutelare i più piccoli dalla violenza della corrida, un altro organismo sempre delle Nazioni Unite, in questo caso l'UNESCO, inserisca proprio la corrida nella lista del patrimonio immateriale dell'umanità da trasmettere a quegli stessi bambini e giovani. Un cortocircuito di intenzioni e logica. Ancor di più alla luce del momento difficile che stiamo vivendo a causa della pandemia e che dovrebbe vedere l’Unesco impegnata nella grande sfida di garantire l'istruzione a tutti i ragazzi e le ragazze del pianeta non nel promuovere uno spettacolo di violenza ed orrore.

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