Veneto autorizza autoconsumo delle carni di cinghiale da parte degli “operatori privati” (cioè cacciatori) che partecipano agli abbattimenti. Enpa: “Si favorisce così il mercato nero”

In Veneto, l’operatore privato che ha partecipato all’abbattimento dei cinghiali avrà come regalo l’animale ucciso, che potrà essere macellato liberamente per autoconsumo. Lo ha stabilito ieri la Direzione Prevenzione, Sicurezza Alimentare e Veterinaria della Regione. L'Enpa condanna duramente questa pratica, non solo per i rischi sanitari ma anche perché potrebbe incrementare il mercato nero delle carni, che vengono vendute per la ristorazione.

“Il Veneto continua a premiare l'illegalità. Occorre – dichiara l’Enpa – innanzi tutto ricordare che l’articolo 19 della legge 157/92 non solo impone, nel controllo faunistico, i metodi ecologici, ma esclude ogni coinvolgimento di operatori privati, che altro non sono che cacciatori ai quali viene fatto frequentare un piccolo corso di abilitazione. Quindi, ora, non solo il Veneto continua a coinvolgerli andando contro le ben sette sentenze della Corte Costituzionale che hanno dichiarato illegittimo ilo ricorso a tali figure, ma li premia anche dando loro la possibilità di avere il corpo dell'animale ucciso e senza transitare per un macello autorizzato, con evidenti rischi per la salute pubblica. Questo in assenza di linee guida nazionali, che però il Veneto si arroga il diritto di anticipare scavalcando anche le istituzioni, come il Ministero della Salute”.

Inoltre, esiste un florido mercato nero delle carni, che non viene però citato e che invece rappresenta una vera e propria piaga, se non una emergenza sanitaria: un mercato che verrebbe così favorito, poiché impossibile controllare che fine faccia la carne regalata all’“operatore” privato.

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