Quando si costruisce un capannone, nessuno pensa al fatto che vengono uccisi migliaia o probabilmente milioni di piccoli animali. È uno degli aspetti del grande tema del consumo del territorio: dove sorgerà un supermercato (per fare solo un esempio), vivono ricci, lucertole o rettili, istrici e tanti altri animali. La cementificazione del territorio, il consumo del suolo, l’allargamento delle città ha sempre un costo ambientale importante, spesso rappresentato dalla morte di milioni di animali sotto i mezzi cingolati utilizzati nelle varie fasi della costruzione. In proposito, proponiamo di seguito la riflessione della Sezione Enpa di Ravenna…
Gradiremmo richiamare la vostra attenzione su una problematica che le persone più sensibili non avranno omesso di considerare.
Tutto parte dai tanti supermercati e capannoni artigianali o industriali che si costruiscono incessantemente da vari anni. Non pochi manufatti dopo la loro realizzazione capita di vederli in condizioni di abbandono e di degrado senza essere recuperati o riutilizzati.
Le nostre considerazioni vanno pertanto al fatto che, forse con troppa leggerezza, ci si è abbandonati a costruire senza una seria programmazione, fatti salvi gli imprevedibili “incidenti di percorso” quali sequestri, fallimenti, eccetera.
Per creare cotante strutture si sono sacrificati e si continuano a sacrificare dei campi e delle aree verdi, senza tanti scrupoli. Quanti alberi ad esempio sono stati e saranno distrutti per le motivazioni più banali.
Le ruspe scavano, dissotterrano, squassano, sovvertono quegli spazi in nome di un progresso mal gestito.
Ebbene tutto questo comporta il sacrificio di milioni di animali. I ricci, gli istrici, le tartarughe che vanno in letargo si risvegliano sovente sotto i cingoli di una ruspa.
Che dire delle rane, delle lucertole, delle salamandre, delle talpe, dei gechi, dei grillitalpa, delle bisce e così via.