Allevamenti, le associazioni al ministro Bellanova: “Bene etichetta europea, ma niente greenwashing e comunicazioni ingannevoli”

CIWF Italia, Enpa, Greenpeace e Legambiente accolgono con favore la proposta di etichettare secondo il potenziale di benessere animale i prodotti di origine animale in maniera univoca in tutta l’UE, ma chiedono al Ministro Bellanova di sostenere l’indicazione dei diversi metodi di allevamento in etichetta e criteri ambiziosi per l’etichettatura degli allevamenti al coperto. Se l’etichetta “benessere animale”, ad esempio, non indicasse chiaramente se un animale è allevato in gabbia o meno i cittadini si sentirebbero ingannati.

 

E’ importante che la Ministra Bellanova riconosca il valore degli allevamenti che danno accesso all’aperto agli animali, ma lo è anche distinguere fra i diversi metodi di allevamento in stalla per non etichettare con la dicitura ‘benessere animale’ prodotti che provengono da allevamenti intensivi, che impongono livelli di benessere estremamente carenti oltre ad essere impattanti per l’ambiente, così CIWF Italia, Enpa, Greenpeace e Legambiente commentano l’intervento di ieri del Ministro delle Politiche Agricole Teresa Bellanova al Consiglio dei Ministri UE. “Indicare il metodo di allevamento in etichetta, come ad esempio avviene per le uova, e puntare a criteri ambiziosi per gli allevamenti al coperto, ovvero quelli in capannoni chiusi, è fondamentale per garantire informazioni chiare e libertà di scelta ai consumatori” ribadiscono le associazioni, che nel 2019 hanno lanciato una campagna che chiede un’etichettatura univoca volontaria secondo il metodo di allevamento, che tuteli gli allevatori più virtuosi e i produttori che fanno davvero la qualità del made in Italy. La petizione a supporto della campagna è già stata firmata da decine di migliaia di cittadini italiani.

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