Canile di San Giovanni Rotondo, mobilitazione del Coordinamento pugliese Enpa per l’adozione dei cani

Ieri a San Giovanni Rotondo, presso il rifugio comunale e presso il canile sanitario, su iniziativa del Coordinamento Regionale per la Puglia dell’Ente Nazionale Protezione Animali, si sono mobilitati alcuni dei volontari Enpaappartenenti a varie sezioni pugliesi, coadiuvati da educatori cinofili e fotografi professionisti, in aiuto dei quasi 200 cani detenuti nelle strutture. 

Gli obiettivi
L’obiettivo principale dell’iniziativa è stato quello di individuare fotograficamente i cani, grazie alla professionalità e disponibilità dei fotografi Milella Michelangelo, Salvatore Dimastromatteo e Saverio Di Cosmo, e stilare schede di pre-valutazione, grazie alla competenza degli educatori cinofili Flavia Pisciotta, Sara Cosentino, Elisabetta Milillo e Giuseppe De Bari. Il tutto per promuovere l'adozione consapevole degli stessi cani e scongiurarne lo spostamento in altre strutture distanti e quindi fuori dalla portata dei volontari che, invece, ne conoscono le caratteristiche. 

La situazione di San Giovanni Rotondo
Da mesi l'Enpa (in particolar modo la Sezione di San Giovanni Rotondo), sta seguendo la situazione delle suddette strutture che presenta molte criticità. Tra le problematiche riscontrate vi sono il sovraffollamento e la conseguente inadeguatezza delle suddette strutture a custodire un numero così elevato di cani; specie se si considera l'elevato numero di cani per box, causa il più delle volte di notevole stress per gli stessi cani e, quindi, di pregiudizio per la loro adottabilità, oltre fonte di aggravamento del rischio di scontro fisico tra i medesimi cani. La Coordinatrice Regionale Enpa, Daniela Fanelli,coglie l’occasione per invitare tutti a stringersi attorno ai volontari dell'Enpa, supportandoli come possibile per aiutare i cani di San Giovanni Rotondo. Al contempo il referente legale del Coordinamento, l'Avv. Massimiliano Vaccariello, evidenzia che il confine tra l’esubero dei canili e dei rifugi e il realizzarsi di condotte di maltrattamento dei cani detenuti nelle medesime strutture è molto sottile e, pertanto, occorre che le autorità competenti mantengano una costante vigilanza su quello che, non dimentichiamolo, è un servizio di pubblico interesse e pubblica utilità. 

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