L’ufficio legale dell’Ente Nazionale Protezione Animali, con l’avvocato Claudia Ricci, ha formalmente diffidato il Comune di San Casciano dei Bagni (Siena) e la Asl Toscana Sud Est, chiedendo di fermare il “Palio delle rane” in programma domenica 11 agosto nella città toscana. La manifestazione, se così può essere definita, consiste in una corsa di carretti, spinti a braccia dai “contradaioli” lungo un tracciato che corre attraverso le vie della città. Il punto – spiega Enpa – è che su questi carretti vengono deposte delle rane e l’obiettivo della “gara” è proprio quello di tagliare per primi il traguardo senza perdere il “carico”.
Catturati, prelevati a forza dal proprio ambiente e costretti in una situazione assolutamente innaturale, i poveri anfibi vengono sottoposti a uno stress intollerabile. Le rane più “fortunate” arriveranno alla fine del Palio, ma per molte di loro, quelle che avranno cercato di fuggire saltando giù dal carretto, la competizione finirà molto prima. Moriranno schiacciate dalle ruote o calpestate dai contradaioli. Insomma al “Palio delle rane” non c’è solo il maltrattamento: c’è anche l’uccisione di animali.
«Auspichiamo che la nostra diffida abbia successo e che almeno in questa occasione prevalga la ragionevolezza. Naturalmente il nostro ufficio legale è pronto a denunciare nelle sedi opportune ogni eventuale irregolarità. Resta però da comprendere, è l’impresa è davvero dura, quale possa essere il senso di questo, come di altri palii. Perché mai si dovrebbe catturare una rana, caricarla su un carretto e correre furiosamente spingendo carretto e rana lungo le vie di una città», dichiara la presidente nazionale di Enpa Carla Rocchi. «Andiamo nello spazio, creiamo nanotecnologie, plasmiamo intelligenze artificiali. Forse perché – conclude la presidente di Enpa – pensiamo in questo modo di supplire agli evidenti deficit della nostra».
Nella foto (youtube) un momento del Palio di San Cassiano. Si vede un contradaiolo chinarsi per recuperare una rana