Lo spreco alimentare costa 1 ,3 miliardi di euro all’anno

1,3 miliardi di euro all’anno di cibo sprecato e 900 milioni di affamati
 
Costa caro lo spreco alimentare, oltre 1,3 miliardi di euro. Non solo danni economici, ma anche sociali ed ambientali. Produciamo sempre più cibo e non lo consumiamo. Immaginiamo un fiume in piena  come il Volga, il più ampio bacino fluviale del vecchio continente. Bene, il cibo che sprechiamo equivale ad uno spreco di acqua del Volga in piena. Oltre 1,4 miliardi di ettari di terreno coltivati, il 30 % della superficie terrestre che produce 3,3 miliardi di tonnellate di gas serra.
 
Una cultura del profitto, che parte da un sistema agricolo sempre più compromesso da tecniche di coltivazione che utilizzano pesticidi e distruggono la biodiversità, che immette prodotti in un mercato che vede consumatori irresponsabili (Stati Uniti in primis), che si ammalano a causa di un’alimentazione scorretta ed eccessiva. Il tutto con un paradosso inaccettabile se si pensa che 900 milioni di persone nel mondo soffrono la fame. Lo spreco di cereali maggiore avviene in Asia. Ma è dagli Stati Uniti che arrivano i dati più sconcertanti.
 
Stati Uniti maglia nera dello spreco. E il 30 % della carne va tra i rifiuti
 
Il 40 % del cibo in negli Stati Uniti finisce per non essere mangiato, e nel mondo parliamo di 4 miliardi di tonnellate di cibo sprecate. Un problema socio culturale che deriva da un sistema di consumo completamente da ridisegnare.  La classifica dello spreco alimentare vede in cima alla lista la carne al 33 %, seguita dal pesce al 25 % ed infine prodotti caseari e cereali al 20 %. Proprio lo spreco di carne e pesce ci impressiona maggiormente: si pensi alle sofferenze degli animali negli allevamenti intensivi, ad una vita vissuta con la sola prospettiva di finire nel macello prima, nel cassonetto dell’immondizia poi. Una situazione paradossale, un controsenso che sfrutta gli animali per una vita senza dignità. contribuendo all’inquinamento e ai problemi per la salute umana.
Un sistema che sottolinea che le risorse, anche quelle alimentari, siano concentrate a dismisura nel mondo “di sopra” a danno del mondo “di sotto” Un’altra grande problematica deriva da come gestire la quantità di rifiuti accumulata dal cibo in eccesso. Il costo di gestione dello smaltimento e della gestione dello spreco ammonta a ben 750 milioni di euro all’anno nella terra d’oltreoceano. E noi consumatori in che modo possiamo contribuire?

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