Raggiunta la soglia delle 600mila firme, prosegue con decine di banchetti aperti il 9 e il 10 marzo in 15 città italiane la campagna “End the cage age” che vede 145 associazioni del continente impegnate nell’Iniziativa dei cittadini europei (ICE) per chiedere alla Commissione europea di mettere fuori legge le gabbie negli allevamenti. Oggi l’occasione di fare il punto verso il necessario traguardo di un milione di firme valide in almeno sette paesi europei, durante l’incontro in Senato tra l’Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali, presieduto dall’on. Michela Vittoria Brambilla, e i promotori dell’ICE: Philip Lymbery, direttore generale dell’organizzazione capofila a livello europeo, Compassion in World Farming, e i rappresentanti delle venti associazioni italiane che aderiscono alla coalizione (Animal Law, Animal Aid, Animal Equality, CIWF Italia Onlus, Lega Nazionale Difesa del Cane, Legambiente, Amici della Terra, Il Fatto Alimentare, Terra Nuova, Confconsumatori, Lega per l'Abolizione della Caccia, Jane Goodall Institute, Terra! Onlus, Animalisti Italiani, ENPA, LAV, Partito animalista, LEIDAA, OIPA, Lumen).
Durante l’incontro l’on. Brambilla e la sen. Loredana De Petris, vicepresidente dell’Intergruppo, hanno dichiarato il loro supporto all’Iniziativa dei cittadini europei, sottolineando la necessità, anche per il nostro Paese, di abbandonare al più presto un sistema di allevamento anacronistico che infligge agli animali enormi sofferenze. Con l’occasione, è stato anche lanciato il primo fine settimana di raccolta firme cartacee in Italia: tra il 9 e il 10 marzo saranno aperti in 15 città tavoli gestiti dalle associazioni che fanno parte della coalizione (gli indirizzi in cartella stampa).
“Tutti i grandi cambiamenti – ha affermato l’on. Brambilla – mettono in discussione posizioni di potere e interessi consolidati. Ma non c’è dubbio: questa Iniziativa dei cittadini europei è un’occasione imperdibile per far sentire la nostra voce. Ormai non ci sono più alibi. I media parlano di ciò che accade negli allevamenti intensivi, i consumatori sono più consapevoli e informati, il benessere animale è tema di discussione politica e perfino un fattore di marketing. Le immagini girate sotto copertura, anche in allevamenti italiani, sono sotto gli occhi di tutti. Il tempo del “non vedo, non sento, non parlo” è finito. Firmiamo, firmate tutti, per mettere fine a tanta crudeltà, a tanta vergogna”.
All’incontro è intervenuto il Direttore generale di CIWF, Philip Lymbery, che attraverso lunghi viaggi di inchiesta, ha indagato gli impatti degli allevamenti intensivi sugli animali, sulle persone e sull’ambiente, e li ha descritti in due documentatissimi saggi, pubblicati anche in Italia, Farmageddon e Dead Zone (2015 e 2017, Nutrimenti ed.) “Questo – ha detto – è un momento storico per l’Unione Europea: la petizione contro le gabbie ha già raggiunto quota 600.000 firme. I cittadini europei stanno dichiarando la loro volontà di mettere fine a questa crudeltà e l’Italia, con l’importantissimo incontro di oggi al Senato, dimostra di essere uno degli Stati membri pronti ad aderire in maniera concreta a questa battaglia di civiltà”.
Annamaria Pisapia, membro del comitato dei cittadini promotori dell’iniziativa e direttrice di CIWF Italia Onlus, ha aggiunto: “Ogni anno in Italia il numero spropositato di quasi 60 milioni di animal