Sterilizzazione delle nutrie, l’Ispra dà il via libera al progetto Enpa per il Comune di Muggia (Trieste)

La notizia, c’è da immaginarlo, non farà affatto piacere ai cacciatori, sempre in cerca di nuove opportunità di sparo. Non farà piacere soprattutto perché apre una nuova strada nel controllo ecologico delle nutrie, una delle specie più demonizzate d’Italia, accusata – con evidente strategia allarmistica e persecutoria – di distruggere gli argini dei fiumi e di ogni altra nefandezza. Ebbene, la notizia è che l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato il via libera al progetto di sterilizzazione delle nutrie che vivono nel Rio Ospo, a Muggia. Il progetto, pensato dall’Associazione Vegetariani e Vegani di Muggia e dalla Sezione Enpa di Trieste con il sostegno del Comune di Muggia, prevede come step iniziale la formazione di una squadra di volontari, specializzati nella cattura degli animali. Una volta messi in sicurezza, gli esemplari di nutria saranno portati nell’ambulatorio dell’Enpa di Trieste per l’intervento di sterilizzazione, eseguito da veterinari Sivae. Un marchio auricolare permetterà di individuare in nature gli esemplari sterilizzati. Il progetto ha durata triennale; al termine dei tre anni i partner invieranno all’Ispra un report dettagliato sulle attività e sui risultati conseguiti.
 
Le nutrie sono roditori vegetariani originari del Sud e Centro America, introdotte in Europa e in Italia per l’industria delle pelli. Quando delle pellicce entrò in crisi,  le aziende chiusero e liberarono in natura gli animali ancora presenti negli allevamenti, sottovalutandone la capacità di adattamento. Le aree che presentano le condizioni ottimali per la proliferazione di questa specie sono gli ambienti palustri caratterizzati da una rete di canali intercomunicanti, utilizzati per spostamenti e per la colonizzazione di nuove aree.
 
Samuele Venturini, biologo, ha avviato nel Comune di Buccinasco (Milano) un progetto di “contenimento naturale” delle colonie di nutrie, nelle quali individui riproduttori sterilizzati, continuando a difendere il territorio in competizione per il cibo e gli spazi con gli individui fertili, impediscono fenomeni di immigrazione e riducono il tasso riproduttivo della colonia. “Questo è un sistema indolore”, afferma Samuele Venturini, “rispettoso della vita e sicuramente più gradito dell’uccisione cruenta, che risulta impopolare presso il pubblico più sensibile”.

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