«Per i lupi sono emersi dati confortanti ma si confermano ancora molte criticità e numerosi pericoli. Il principale dei quali è rappresentato da certa politica che ha reso il lupo una “merce di scambio” elettorale, con campagne allarmistiche spesso supportate dai media e promosse con il solo obiettivo di guadagnare consenso, anche all'interno di associazioni di categoria oltre che nel mondo politico. Campagne che quasi sempre finiscono per calpestare le ragioni della scienza». Così Andrea Brutti, dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa al termine del convegno intitolato "Verso un piano nazionale di monitoraggio del Lupo". L’incontro, organizzato dall'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha riunito diversi studiosi e ricercatori per fare il punto sulla demografia dei lupi in Italia, sui metodi di ricerca, sui progetti promossi per migliorare le nostre conoscenze sul più grande predatore italiano.
«E’ necessario lavorare ancora molto per informare in modo equilibrato, corretto e completo, facendo tabula rasa delle tante leggende metropolitane e fake news che circolano sui lupi. Questa – prosegue Brutti – è l'unica arma contro l'odio e paure prive di fondamento, a partire dalla questione delle predazioni».
Infatti, come emerso dal convegno Ispra, solo il 5% di esse avviene ai danni di animali “da allevamento”, che finiscono per essere predati perché lasciati senza protezione o tutela alcuna. «Il 94% delle prede dei lupi – chiarisce Brutti – è rappresentato da animali selvatici. Cinghiali, soprattutto, e in misura minore altri ungulati. Per questo la caccia al cinghiale, specie quella in braccata, ha conseguenze devastanti sui lupi e non solo perché li priva della base della loro alimentazione, ma, anche, perché moltissimi esemplari vengono uccisi o fortemente disturbati, quasi accerchiati, dalle “doppiette”. Inoltre i lupi, considerati dai cacciatori come un competitor, costituiscono con la loro stessa presenza un argine al dilagare di fenomeni illegali quali il mercato nero della carne di cinghiale, che alimenta forti interessi venatori».
La caccia ai cinghiali – la scienza ha chiaramente dimostrato che è del tutto inutile ai fini di un controllo demografico – dovrebbe essere vietata immediatamente poiché la tutela dei lupi ha l'assoluta priorità. E’ la richiesta di Enpa al ministro dell'Ambiente, che ha già dimostrato sensibilità e attenzione al tema. «Il ministro Costa – conclude Brutti – continui a valorizzare il lavoro del mondo scientifico, degli enti parco, delle associazioni da anni impegnate nella tutela e nella conservazione dei lupi, un numero altissimo dei quali, ben 300, muore ogni anni per mano criminale dell’uomo. Il ministro dell’Ambiente intervenga con tutta la sua autorevolezza anche per eliminare l’odioso e illegale fenomeno del bracconaggio».