World Vegan Day. Enpa: stop al consumo di carne e agli allevamenti intensivi per fermare il riscaldamento globale. La scelta “veg” salva gli animali e salva pure il pianeta

Il 60% dei mammiferi che abitano la terra è costituito dai prigionieri degli allevamenti intensivi, cioè da ”carne da piatto”. Per questo, fermare il consumo di carne e, più in generale, dei prodotti di origine animale (a partire dai latticini ) ha una fortissima valenza etica, nel segno del rispetto per ogni forma di vita. Ma – osserva Enpa – ha anche rilevanti ricadute ambientali. «Infatti, l’industria è la principale responsabile del cambiamento climatico e dell’immissione di ingenti quantitativi di gas serra nell’atmosfera», spiega la consigliera nazionale di Enpa, Annamaria Procacci, in occasione del World Vegan Day che cade domani giovedì 1 novembre. Dal protossido di azoto al metano all'anidride carbonica, con una quota complessiva pari ad almeno il 20% del totale delle immissioni climalteranti, gli allevamenti pesano più del sistema dei trasporti e del traffico urbano.
 
Fermare il consumo di carne significa dunque fermare o quanto meno rallentare molto il rilascio di gas serra in atmosfera; ma significa anche salvare i polmoni verdi della Terra dalla deforestazione – Amazzonia in testa – dove milioni di ettari di territorio vergine vengono sacrificati per fare spazio ai pascoli. E ancora: risparmiare enormi quantità di acqua sperperate negli allevamenti e preservare fiumi e oceani, nonché falde e terreni, dall’inquinamento dovuto  allo smaltimento di deiezioni, reflui e residui.
 
«Il sistema produttivo legato alla carne – prosegue Procacci – è perverso e distruttivo, perché la stragrande maggioranza dei cereali coltivati sul nostro pianeta non è destinata a nutrire le persone; è destinata, invece, ad alimentare animali che poi diventeranno polpette».
 
L'ONU sostiene che abbiamo poco più di 10 anni per invertire la rotta rispetto al surriscaldamento globale. Perché ciò accada, è fondamentale cambiare il nostro stile di vita. «Se la politica è sorda o cieca di fronte alle cause del disastro che stiamo vivendo – conclude Procacci – ciascuno di noi deve farsi protagonista di questo cambiamento prendendo il destino del mondo nelle proprie mani».

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