Cani e clochard nelle mense, la presidente Rocchi scrive al direttore della Caritas, Enrico Feroci

Pubblichiamo di seguito la lettera che nelle scorse settimane la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, ha scritto a Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas, sull’accesso dei clochard e dei loro animali alle mense sociali.
 
Reverendo Monsignore, le scrivo in qualità di Presidente dell'Ente Nazionale Protezione Animali, la più antica associazione animalista italiana per porre alla Sua cortese attenzione una questione alla quale, sono certa, il Vostro organismo pastorale saprà dare una efficace risposta.

I poveri, gli emarginati, gli stranieri, i senza fissa dimora, ossia i principali beneficiari del vostro prezioso e insostituibile servizio di assistenza, stanno vivendo oggi un periodo di particolare fragilità e debolezza. Il prolungarsi di una crisi mondiale, che ha quale tangibile e immediata conseguenza l'accrescimento delle differenze tra le varie classi sociali, ha purtroppo amplificato le difficoltà di chi vive ai margini della società. Per questo motivo sempre più persone si trovano a vivere in miseria e solitudine e, spesso, l'unica consolazione alla loro condizione disperata è l'affetto e la fiducia di un cane, quasi sempre randagio, con cui hanno scelto di condividere le difficoltà, la precarietà e la strada.

Un legame, quello tra l'uomo e il cane, antico e profondo che, più di una volta, ha influito positivamente nell'orientare le decisioni di chi rischiava di affondare nella disperazione.
Il poter prendersi cura di un altro essere vivente e il poter godere di insostituibili momenti di felicità ha, difatti, permesso a vite segnate dal dolore di evitare di prendere una facile, precoce e tragica via d'uscita dall'esistenza.

Per questo motivo, Reverendo Monsignore, ringraziandola per la grande lezione di carità che la Caritas Diocesana di Roma, da Ella autorevolmente diretta, offre all'intera comunità, sono a richiedere un suo intervento.

Sarebbe opportuno che all'interno delle mense romane, in conformità con la legge vigente, venissero predisposte delle aree opportunamente delimitate, nelle quali fosse possibile per i frequentatori dei Vostri locali consumare il pasto in compagnia dei loro amici a quattro zampe. Anche perché sono profondamente convinta che il momento del pasto dovrebbe sempre essere vissuto in armonia, in serenità e in comunione con i nostri cari, sia che si tratti di umani che di animali.

Sono sicura che un Suo impegno in questa direzione accrescerebbe ancor di più la qualità della vita delle persone che grazie al Vostro aiuto hanno riacquisito fede e speranza di cambiamento e di riscatto.

Confido pertanto nella Sua autorevolezza e nella Sua sensibilità.
 

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