Cinghiali in Calabria. Enpa: ucciderli è inutile. Si parta dai censimenti per applicare i metodi ecologici, gli unici veramente efficaci

Ricorrere ad approcci scientifici e non a fallimentari politiche venatorie, che alimentano solo interessi di parte. Creare tra agricoltori, istituzioni e associazioni un circolo virtuoso teso ad applicare metodi ecologici per migliorare la convivenza tra uomini e cinghiali – oltre ad essere obbligatori per legge sono gli unici realmente efficaci – e per prevenire eventuali problemi. Così l’Enpa sulla presunta emergenza cinghiali in Calabria.
 
«Lo dimostrano oltre 20 anni di uccisioni: è inutile chiedere il "contenimento" dei cinghiali. Contenimento che – spiega Andre Brutti, dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa  – si vorrebbe affidare  a soggetti del mondo venatorio, i quali hanno il solo interesse di sparare agli animali e non sono neanche autorizzati ad interventi di selezione ex art. 19 della legge 157/92 come ricordano ormai molte sentenze della Corte Costituzionale».  Secondo l’associazione, gli agricoltori devono essere aiutati e sostenuti in modo serio e fattivo, cioè con approcci scientifici basati su censimenti demografici e con politiche molto rigorose. Infatti se da un lato i cinghiali vengono ancora allevati, reimmessi nelle aziende faunistico-venatorie, e sono persino oggetto di foraggiamento e liberazioni abusive, dall’altro una pessima gestione dei rifiuti permetta a questi animali loro di avere una fonte alimentare pressoché inesauribile in prossimità dei centri abitati. Anche la sicurezza stradale non rappresenta un problema. Basta prendere spunto dalle soluzioni adottate nei progetti ad hoc, quale il Life Strade, che si sono dimostrare efficacissime sul versante della prevenzione, in Umbria e nel Pesarese.  
 
«Il mondo venatorio è il primo responsabile della presenza di cinghiali nel territorio: non solo li hanno reimmessi – prosegue Brutti – ma, con le uccisioni, hanno causato la dispersione dei branchi aumentando quindi la capacità riproduttiva della specie. Vi è un evidente conflitto di interesse: difficile pensare che i cacciatori, per i quali i cinghiali rappresentano una preda, possano veramente avere interesse alla diminuzione della popolazione di ungulati. Gli agricoltori, invece, vanno aiutati, ma seriamente. Per questo l'Enpa sta re-inviando alle Regioni, quindi anche alla Calabria, un documento specifico tecnico-politico in cui vengono indicate una serie di misure, a partire da dai doverosi e imprescindibili censimenti scientifici. Perché, nella maggior parte dei casi, istituzioni, politici e associazioni di categoria intervengono sulla materia, ma senza avere alcuna conoscenza scientifica del fenomeno».

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