Caccia in Lombardia. Enpa: gli spari allo storno contrari al parere dell’Ispra e alle norme italiane ed europee

Un vero guanto di sfida alla fauna selvatica, agli italiani, all’Europa. Non usa mezzi termini l’Enpa nel commentare la delibera con cui la Regione Lombardia ha autorizzato la caccia in deroga allo storno. Un via libera, quello concesso dalla Regione, che contraddice la posizione dell’Ispra – l’Istituto scientifico di riferimento per la fauna selvatica – nettamente contrario alla deroga.
 
Come se ciò non bastasse, la Regione ha persino chiesto al governo un incontro per consentire gli spari a peppole e fringuelli, specie da tempo non più cacciabili, grazie alle norme dell’Unione Europea, alle modifiche della legge nazionale e alle campagne di mobilitazione dell’opinione pubblica. «Le deroghe – spiega Enpa – hanno carattere di eccezionalità e sono sottoposte a vincoli rigidi e a controlli particolari. Inoltre, il ricorso ad esse deve essere basato su dati scientifici inoppugnabili. Questo l’assessore all’Agricoltura e all’Ambiente, Fabio Rolfi, lo dovrebbe sapere. Evidentemente, così non è».
 
Purtroppo, vi è un abuso, vista anche la recente condanna dell’Italia da parte dell’Unione Europea proprio sul tema delle deroghe. «Basta con i provvedimenti contrari a leggi nazionali ed europee. Se si dovesse aprire un contenzioso con l’Unione Europea appare inevitabile la nostra richiesta che a pagare siano gli amministratori e i funzionari che hanno dato luce verde a tali delibere. Stiamo valutando di procedere per le vie legali, intanto – prosegue l’associazione – chiediamo al Ministro e al governo di non cedere ai ricatti della politica filovenatoria locale, spesso, per ragioni di consenso elettorale, molto generosa nella concessione di pre-aperture e di nuove possibilità di sparo. Le istituzioni devono invece adoperarsi per il rispetto delle norme e delle direttive, italiane ed europee, tenendo presente che la tutela della biodiversità ha la priorità  su qualsiasi concessione alla caccia».

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