«E’ molto importante che il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ringraziamo, non abbia firmato la proposta di legge presentata dal suo stesso partito, che prevedeva misure di contenimento dei lupi. Con il suo stop, il presidente Zaia ha evitato un nuovo strappo alla Costituzione, dopo la brutta pagina scritta dalle province di Trento e Bolzano con le loro leggi “ammazzalupi”». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali sottolineando come il rifiuto di Zaia, reso noto da fonti di stampa, sia avvenuto in concomitanza con una importante sentenza della Suprema Corte. Quella con cui è stata dichiarata l’incostituzionalità delle sanzioni per il disturbo venatorio, previste proprio da una legge regionale del Veneto, 1/2017. Insomma, con il suo gesto, il presidente del Veneto ha dimostrato senso delle istituzioni.
«Soprattutto – aggiunge Andrea Brutti, dell’Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – è fondamentale evitare l’effetto domino dell’illegalità, con i tentativi delle Regioni “filovenatorie”, e in tempi recenti dello stesso Veneto, di usurpare competenze statali, quali appunto quelle in materia di fauna selvatica, sottratte all’autonomia legislativa regionale». Oggi, grazie all’autorevole intervento del ministro Costa e allo stop di Luca Zaia, le Province Autonome di Trento e Bolzano sono più isolate ed Enpa auspica che rientrino quanto prima nell’alveo della legalità.
«Ora –– conclude Brutti – si punti finalmente sui metodi ecologici, con decisione e senza le dannose resistenze frapposte finora. Recinti mobili, cani da guardiania, ricoveri notturni degli animali, solo per citarne alcuni, sono gli unici strumenti validi per prevenire possibili conflitti tra uomini e animali. Le uccisioni, invece, oltre ad essere eticamente inaccettabili, non li risolvono ma li aggravano. Come peraltro ampiamente dimostrato dalla comunità scientifica».