di seguito il commento della presidente di Enpa Rovereto, Ivana Sandri, in merito al colpo di mano biocida della Provincia di Trento.
Come presidente dell'Enpa di Rovereto sono basita di fronte a questa iniziativa della PAT (Provincia Autonoma di Trento), che pare più simile a una boutade elettoralistica, nella ricerca di voti in vista delle provinciali di ottobre, che ad un programma di governo. Una corsa in avanti, scendendo sul campo in cui la fa da padrona la Lega, promettendo una lotta all'ultimo sangue contro tutti gli animali che hanno la sfortuna di "intralciare" in qualche modo lo sfruttamento del territorio da parte di singole categorie (penso a cacciatori e allevatori) a discapito della maggioranza dei cittadini.
Tutto ciò ci rattrista, perché la politica, quella vera, dovrebbe essere gestione della res publica, in una visione alta che persegue il bene di tutti, nella capacità di creare per il futuro, e non svendendo per pochi spiccioli il bene di tutta la cittadinanza. Orsi e lupi rappresentano un rischio? I bravi imprenditori si attivano per minimizzare i rischi per la loro azienda; se gli allevatori trentini sono buoni imprenditori, realizzeranno le azioni concrete di supporto all'allevamento e utilizzeranno attrezzature e ausili atti a limitare al minimo i danni da predazione: esistono, sono validi e accessibili, grazie ai fondi europei per lo sviluppo rurale.
La politica della PAT, se tradotta in atti concreti, sarebbe disastrosa per la biodiversità e ambiente, e andrebbe a favorire quegli (fortunatamente pochi) allevatori trentini che considerano l'ambiente come loro esclusiva proprietà, a discapito dell'interesse collettivo. Siamo molto preoccupati per questo colpo di mano che metterebbe a rischio l'ambiente naturale e la biodiversità, patrimoni unici e insostituibili della comunità trentina.