Una denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica. Questa la risposta della Sezione Enpa di Agrigento, all'uccisione di numerosi cani i cui corpi privi di vita sono stati ritrovati a Sciacca, nell'Agrigentino. In attesa che l'istituto zooprofilattico compia i doverosi esami necroscopici, l'ipotesi più accreditata per la morte degli animali, 30 secondo le ultime notizie di stampa, è quella dell'avvelenamento. Nel chiedere alle autorità di fare tutti gli sforzi possibili per individuare chi ha compiuto questo gesto abominevole, l'Enpa lancia un appello ai cittadini affinché chiunque abbia informazioni al riguardo, fornisca elementi utili alle indagini. Indagini che Enpa auspica possano concludersi positivamente nel più breve tempo possibile, anche perché – sottolinea l'associazione – c'è il forte di rischio che il criminale o i criminali possano tornare a colpire, mettendo in pericolo così l'incolumità di animali e persone.
D'altro canto, il Comune di Sciacca non è nuovo a episodi del genere poiché già nel recente passato c'erano stati gravissimi episodi di avvelenamento. «Al di là delle indubbie responsabilità penali – segnala la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – ci sono delle chiare e incontestabili responsabilità politiche. Vorrei infatti ricordare a Francesca Valenti, sindaco della città in provincia di Agrigento, che sono proprio i vertici delle amministrazioni comunali a rispondere per i randagi e gli altri animali vaganti sul territorio comunale. Al riguardo, ritengo quanto meno doveroso che la prima cittadina spiega quali misure ha messo in campo non soltanto per contrastare il randagismo, ma anche per tutelare la vita di queste povere creature, già finite nel mirino di criminali. Penso, purtroppo, che la riposta la danno i terribili fatti di questi giorni».
«Ciò di cui hanno bisogno i randagi e i cittadini di Sciacca, e più in generale di tutta la Sicilia – prosegue la presidente di Enpa – sono fatti concreti, non parole di circostanza destinate a finire nel dimenticatoio».