Annullata definitivamente la delibera della Giunta Regionale sulla caccia in deroga allo storno. Regione Liguria e associazioni venatorie condannate a pagare le spese legali a LAC, ENPA e LAV

Annullata definitivamente (non si è mai aperta, di fatto) la caccia in deroga allo storno (SPECIE PROTETTA) , che la Giunta Regionale della Liguria  aveva autorizzato  a giugno 2017 , affinché venisse effettuata tra il 24 settembre e il 15 dicembre 2017. Con sentenza n. 113 depositata oggi, 6/2/2018, il Tribunale Amministrativo Regionale ha stabilito che: "l'istruttoria svolta dalla Regione Liguria appare inattendibile , con conseguente illegittimità dei provvedimenti impugnati. "

La Regione Liguria e 4 associazioni di cacciatori (costituitesi in giudizio) sono state condannate a liquidare alle associazioni ricorrenti , Lega Abolizione Caccia, LAV ed Ente Nazionale Protezione Animali, una somma di oltre cinquemila euro tra spese legali ed IVA. La delibera di giunta era già stata inizialmente sospesa dal TAR il 22/9/2017 e non è mai entrata in vigore.

Anche nel 2016 e nel 2017 analoghi confronti giudiziari avevano portato la Regione ,  ridicolmente ostinata a rinnovare di anno in anno la stessa delibera illegittima, ad altrettante sconfitte al TAR e al pagamento delle spese legali. Si tratta dunque della terza recente sconfitta legale sul medesimo argomento per l'assessore regionale Mai e la sua dirigenza.

Gli ambientalisti  parlano esplicitamente di istruttoria sfacciatamente farlocca per favorire qualche centinaia di aficionados della contraerea agli uccelletti, sotto le mentite spoglie della tutela dell'olivicoltura.  I legali delle associazioni ambientaliste (patrocinate dallo studio Linzola di Milano)  hanno infatti agevolmente argomentato davanti ai giudici del TAR:
– che negli  ultimi 7 anni la Regione LIguria non ha mai ricevuto vere  richieste di risarcimento per eventuali danni provocati dallo storno all'agricoltura;
– che la Regione Liguria non ha mai risarcito danni agli agricoltori per causa dello storno, né ha mai organizzato sopralluoghi per effettuare verifiche sul campo;
– che la Regione non ha mai predisposto  "particolari forme di vigilanza" sulla caccia in deroga, come richiesto dalla legge venatoria statale.

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