Il Consiglio dei Ministri approva il decreto legislativo sulle specie alloctone, ma modifica pretestuosamente la legge sulla fauna regalando ai cacciatori possibilità di sparo nei piani di controllo sui selvatici

Il Consiglio dei Ministri con un comunicato ufficiale informa che nella riunione tenutasi ieri alle 18 ha approvato, su proposta del Ministro dell'ambiente Galletti, le modifiche alla Legge nazionale sulla caccia, e in particolare tutte le osservazioni e le condizioni formulate nei pareri resi dalle Commissioni parlamentari competenti, consentendo così ai cacciatori di partecipare ai piani di controllo di qualsiasi specie di fauna selvatica.

Si tratta di piani di uccisione degli animali selvatici che possono essere eseguiti in qualsiasi periodo dell'anno, anche nelle zone sottoposte a divieto di caccia, parchi compresi. Per questi motivi tali piani non sono assimilati all'attività venatoria e, secondo la legge sulla caccia, e la Corte Costituzionale, fino a ieri potevano essere eseguiti esclusivamente dalle guardie provinciali dipendenti dalle amministrazioni pubbliche.

"Con l'approvazione del decreto legislativo che dispone nuove misure di gestione di tutta la fauna selvatica, non limitandosi alle sole specie aliene invasive così come imposto dalla legge delega, questo Governo si renderebbe responsabile della violazione dell'art. 76 della Costituzione della Repubblica", lo dichiarano ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF precisando che nelle scorse settimane avevano già fatto appello al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, chiedendo il rispetto del mandato Parlamentare e della Costituzione. Appello caduto evidentemente nel vuoto.

Stando al mandato del Parlamento, in realtà, il decreto legislativo approvato ieri dal Consiglio dei Ministri doveva limitarsi a introdurre precise disposizioni dirette a prevenire e gestire l'introduzione e la diffusione esclusivamente delle specie aliene invasive, di quegli animali, cioè, che l'uomo ha introdotto in ambienti diversi da quelli di origine, mentre quanto deliberato dal Consiglio dei Ministri estende le sue ricadute a tutta la fauna selvatica, costituita nella stragrande maggioranza da specie autoctone e non invasive.

La violazione della Carta Costituzionale è un atto gravissimo e intollerabile, ancor di più se perpetrata da un Governo oramai in scadenza, allo scopo esclusivo di favorire gli interessi dei cacciatori che nel nostro Paese rappresentano meno dell'1% dei cittadini.

"Non possiamo tollerare questo scempio dei nostri principi costituzionali e della fauna selvatica che, secondo la legge, è "patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale e internazionale – concludono le Associazioni – se il Governo Gentiloni ha deciso di violare la Costituzione è nostro dovere, prima di tutto in qualità di cittadini, mettere in campo ogni azione a tutela della democrazia. Daremo battaglia in ogni sede, i nostri uffici legali hanno già ricevuto mandato di predisporre ogni possibile azione in questo senso".

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