A caccia di specie protette a 500 metri dall’oasi di Carpanedo. Due bracconieri fermati dalle Guardie dell’Enpa

«Passeggiavamo tra gli alberi per sgranchirci un po’ a conclusione di una dura mattina e mai avremmo immaginato che quella pausa si sarebbe trasformata in una nuova operazione antibracconaggio. Poi, improvvisamente, dei colpi di fucile poco lontani, una tortora dal collare che sfarfalla a terra e il dovere ci ha chiamato». Queste le parole con cui una Guardia Zoofila dell'Enpa di Padova racconta l'ennesimo intervento contro i cacciatori di frodo, svoltosi nei giorni scorsi presso l’oasi dell’ex polveriera di Albignasego (Padova).

I volontari Enpa hanno colto sul fatto due bracconieri che nel loro carniere avevano, oltre a una tortora dal collare, due pispole, due storni, un germano reale, sei allodole e un colombaccio. I due dovranno rispondere non solo di reati connessi alla caccia ma anche di uccisione di animali poiché cinque dei tredici animali uccisi appartengono a specie non cacciabili.

«Questo episodio, l’ennesimo, dimostra che la situazione nel Padovano è fuori controllo. Si stanno consumando migliaia di reati penali sotto l'assoluto silenzio delle Istituzioni e degli enti preposti. Un paese civile non può tollerare questo stato di cose. A questo punto, oltre a chiederne conto al Presidente della Provincia di Padova Enoch Soranzo, é indispensabile farlo anche col Presidente Luca Zaia responsabile in pectore di questa materia e all'Assessore Giuseppe Pan che, appena qualche giorno fa, ha ringraziato pubblicamente le Guardie Zoofile dell'Enpa per i loro interventi. Il Presidente Zaia dovrebbe da domani fermare la caccia in Veneto», commenta Renzo Rizzi, Ispettore regionale delle Guardie Enpa. 

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