SFINITI DA CALDO, SICCITA’ E INCENDI, FINITI DALLE DOPPIETTE. LA DOPPIA VIGLIACCHERIA DELLA CACCIA 2017.

Sono morti a milioni, questa estate. La siccità li ha uccisi per la sete, gli incendi li hanno ammazzati bruciati, soffocati o per fame vista la distruzione dell’habitat che ha massacrato la microfauna e gli insetti di cui si nutrono abitualmente. I pochi sopravvissuti stremati, sfiniti, debilitati che sono usciti dai loro rifugi, già ridotti dalla pressione antropica, per cercare cibo ed acqua hanno trovato in queste ore i cacciatori delle pre-aperture a finirli.
 
“Non è una questione di ambientalismo o animalismo” commenta amareggiato Marco Bravi, Presidente del Consiglio Nazionale di ENPA “basterebbe solo il buon senso dei normali cittadini a capire che quest’anno non si può, non si deve cacciare. Neanche il parere dell’ISPRA è bastato: e dire che invece la lobby venatoria l’ha sempre considerato autorevole quando dava parere favorevole alla caccia di questo o quello. Le Regioni hanno dato l’ok alla pre-apertura della caccia come se niente fosse. Come in tutte le vicende umane, quando all’incompetenza si mischia l’arroganza, sono tragedie; si arriva alle grottesche affermazioni di un amministratore toscano – ‘oggi vedete pioverà, quindi dov’è il problema?’ – dimenticando che veniamo da una tragedia ambientale da cui il territorio si riprenderà, forse e se tutto andrà bene, fra una decina d’anni. E lo Stato, anziché cercare di aumentare il più possibile i controlli su questo scempio, riduce sempre più i poteri agli organi di controllo volontari, ridimensionando quelli statali. La caccia è da sempre la viltà di pochi armati fino ai denti che uccidono non per necessità, ma per divertimento esseri indifesi, pacifici e schivi, che chiedono solo di vivere la loro natura. Oggi, uccidendo animali sfiniti, la vigliaccheria raddoppia ed a perdere siamo tutti noi”.
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