Emilia Romagna. Sterminio di nutrie, l’Enpa: la delega ai cacciatori è illegittima. No alle uccisioni, sì ai metodi ecologici, gli unici efficaci

In Emilia Romagna sarebbero 52.000 le nutrie ammazzate dai cacciatori nella “veste” di selecontrollori: una strage terribile che fino ad oggi non ha permesso di risolvere alcun problema, sempre ammesso che di problema di possa parlare – e che ha dato ai cacciatori, addirittura pagati con denaro pubblico, nuove possibilità di sparo.

«La legge nazionale 157/92 non delega mai al mondo venatorio la “gestione” faunistica, compresa quella della nutria che, pur non avendo lo status di “selvatico”, fa riferimento alle prescrizione dell’art. 19 della citata legge. Eppure – spiega l’Enpa – gli amministratori e i funzionari continuano a coinvolgere i cacciatori, questa volta remunerati con le risorse di tutti i cittadini. Ci sono innumerevoli sentenze di TAR, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale che cristallizzano i principi sanciti dalla 157/92, ma vi è una palese volontà di ignorarli. L’Ultimo di di tali pronunciamenti risale alle scorse settimane quando, con la sentenza n. 139, la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittime le disposizioni che abilitano le squadre di cacciatori o altri cacciatori privati (c.d. "selecontrollori) alle operazioni di controllo faunistico».

Eppure le soluzioni per ridurre i conflitti tra tutte le parti in causa ci sono e sono a portata di mano. Dall’incentivazione dei metodi dissuasivi alla la corretta gestione dei canali con rete anti-nutrie, dalla riprogettazione della pendenza degli argini e a una apposita fascia naturale sulle sponde, Enpa ha inviato diverse proposte di intervento alle Regioni, le quali, evidentemente preferiscono “andare a caccia di facili consensi”.

«Il problema – conclude l’associazione – e che non si vogliono risolvere eventuali ma si perseguono, a spese dei cittadini, solo politiche di uccisione con l’intento utopistico di cancellare le nutrie dal territorio. L’eradicazione, lo dice chiaramente l’UE, non è possibile per animali appartenenti a specie così diffuse. Applicare i metodi ecologici in attuazione della nostra normativa, questa è l’unica soluzione possibile».
 

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