L’Italia celebra la festa della biodiversità con un primato da maglia nera, anche a causa di scelte politiche che negli ultimi anni sono state estremamente dannose per l’ambiente e la natura. Ecco di seguito le principali aree di crisi.
– Indebolimento dei controlli antibracconaggio sul territorio, a causa dello scioglimento della Polizia Provinciale e della fase di transizione legata all’assorbimento del Corpo Forestale nell’Arma dei Carabinieri;
– Mancata approvazione delle misure di conservazione del Lupo per il noto braccio di ferro tra l’opinione pubblica e il Ministro dell’Ambiente, sostenitore dell’apertura all’uccisione del meraviglioso simbolo della natura in Italia. Enpa chiede che il Piano venga approvato cancellando ogni possibilità di fucilate contro il più grande predatore italiano;
– Mantenimento della possibilità di cacciare anche le specie di avifauna in forte diminuzione. Specie classificate dalla normativa europea come Spec2 e Spec3, cioè decisamente in declino. Anche per questo l’Italia è “sorvegliata speciale” da Bruxelles;
– Possibilità per le Province di Trento e Bolzano di includere la marmotta tra le specie cacciabili dopo i due devastanti decreti legislativi – incostituzionali – varati dal Governo Renzi pochi giorni prima del referendum del 4 dicembre;
– Guerra senza quartiere alle nutrie. Dopo che il Parlamento ha votato l’esclusione di questa specie dal novero di quelle protette ex 157/92 le Regioni sono alla cruenta fase applicativa dei piani di eradicazione;
– Parchi e aree protette sempre più nel mirino con il testo approvato dal Senato e ora in discussione alla Camera, che prende a picconate il sistema di tutele previsto dalla 394/91 e che offre tra l’altro alle “doppiette” belle opportunità di entrare nei parchi.
– Allentamento dei vincoli ambientali, in modo particolare la VIA (Valutazione Impatto Ambientale), dietro il pretesto della “sburocratizzazione”.
«Viviamo una allarmante fase di regressione sulle politiche in favore della biodiversità – dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale Enpa nonché responsabile biodiversità – regressione che è anche un preoccupante segnale culturale per l’opinione pubblica. Per questo chiediamo al premier Gentiloni di promuovere una rapida e forte inversione di tendenza che la preziosa biodiversità di questo Paese merita, a partire da un rinnovato impulso alla tutela del Lupo».