Cinghiali. Il Lazio si prepara a un piano straordinario: spari selvaggi in aree protette, mercificazione dei cinghiali, zero metodi ecologici. Mail bombing Enpa

L'Ente Nazionale Protezione Animali, attraverso la propria pagina Facebook, ha lanciato un mail bombing contro il piano straordinario sui cinghiali che la regione Lazio si appresta a varare. Un documento che, a giudicare da quanto riportato sul sito della Regione stessa, è finalizzato a incrementare le uccisioni di animali, anche in aree protette, semplificando gli iter e consentendo la mercificazione della fauna. E' per questo che i metodi ecologici di prevenzione sono relegati a misure "integrative", laddove la normativa nazionale (art. 19 della legge 157/92) prevede chiaramente che essi abbiano la priorità rispetto ad altre misure di intervento.
 
«Sostenere che gli abbattimenti sono funzionali a prevenire PRESUNTI DANNI ED eventuali problemi di convivenza con i selvatici è una favola a cui credono, per ovvi motivi, soltanto i cacciatori. Infatti sono più di 20 anni che si spara agli animali con il pretesto di diminuirne il numero eppure ci troviamo sempre a fare i conti con allarmi circa presunte emergenze demografiche. D'altro canto – spiega Andrea Brutti, dell'Ufficio Fauna Selvatica di Enpa – è anche evidente che il coinvolgimento del mondo venatorio e degli ATC  (Ambiti Territoriali di Caccia) è parte del problema, non la soluzione, poiché molti studi scientifici dimostrano come gli spari e le uccisioni abbiano aumentato il potenziale riproduttivo della specie. Inoltre, i cacciatori, oltre ad essere stati i responsabili dell'immissione di cinghiali, hanno tutto l'interesse a sparare il più possibile e, quindi, a perpetuare la presunta emergenza».
 
«Il piano della Regione Lazio – prosegue Brutti – è arcaico e antiscientifico proprio nella sua impostazione finalizzata soltanto a dare maggiori possibilità di sparo e a mercificare la fauna». Si prevedono infatti pieno il coinvolgimento degli ATC, l'incremento delle figure che potranno sparare – presumibilmente in ogni periodo dell'anno, anche uccidendo mamme e piccoli – le deleghe al mondo degli agricoltori per la cattura degli animali, l'apertura di strutture di macellazione per la commercializzazione della "selvaggina".
 
«Da molto tempo abbiamo inviato alla Regione un documento con una possibile strada da seguire per risolvere eventuali problemi di convivenza, cancellando l'approccio venatorio, promuovendo censimenti scientifici sulle popolazioni mentre oggi abbiamo solo stime dedotte dalle richieste di risarcimento danni, vietando gli allevamenti di cinghiali in tutto il territorio regionale, applicando in via prioritaria i metodi ecologici e la messa in sicurezza delle strade, controllando la compravendita di cinghiali via web, studiando un progetto che preveda la possibilità del controllo della fertilità. Ma queste misure probabilmente vanno contro gli interessi dei cacciatori, e agli agricoltori si preferisce vendere ancora per buona la favoletta che gli abbattimenti sono l'unica valida soluzione, nonostante 20 anni di fallimenti». Il mail bombing è qui.

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