Alcune cose sorprendenti (che forse non sai) sulle mucche

L'industria alimentare e la pubblicità ci hanno abituato a pensare alle mucche, e a tutti gli altri animali negli allevamenti, soltanto alla stregua di cose, di beni da consumare. Se si escludono i musi sorridenti disegnati sulla confezioni, mucche e vitelli ci vengono presentati sono come esseri viventi o senzienti, ma come il loro prodotto finale; quella fiorentina, quel muscolo, quella fettina esposti in “bella posa” nel banco frigorifero degli alimentari. D'altro canto, se ogni animale venisse rappresentato per quello che è, se non venisse reificato, trasformato cioè in un oggetto, chi avrebbe ancora il cuore di ucciderlo per nutrirsi della sua carne? Ed è solo per una convenzione se alcuni animali decidiamo di mangiarli, e altri no. Se ciò accade è unicamente per una nostra proiezione mentale in virtù della quale tendiamo a considerare alcuni esseri viventi più meritevoli di altri, negando così un dato incontestabile. Che chiunque sia al mondo, per il solo fatto di esserlo, abbia il nostro stesso diritto di vivere. D'altronde i confini tra le specie (tracciati arbitrariamente proprio dall'uomo) sono molto più labili di quanto possiamo essere portati a pensare. In fondo cani e mucche non sono poi così diversi.

Quando le mucche sono felici, corrono e saltano con entusiasmo, soprattutto quando riacquistano la libertà venendo restituire alla natura in un santuario. E sono forse in pochi a sapere che i bovini sono in grado di risolvere problemi complessi. Ricercatori hanno infatti dimostrato che quando uno di loro riesce a dare prova delle sue capacità di problem solving, il suo battito cardiaco ha un picco, a dimostrazione di un profondo coinvolgimento emotivo dell'animale.

Conosciute per le amorevoli cure genitoriali nei confronti dei loro piccoli – l'allattamento dei vitelli può durare anche tre anni – le mucche non sono da meno con le persone, di cui amano coccole e carezze e di cui possono ricordare i volti anche per molto tempo. Per contro, esse sono in grado di provare un dolore lancinante e duraturo quando perdono qualcuno di “caro”. Quando, ed esempio, vengono private del loro vitellino.

Pensiamo ora come possono vivere e quali emozioni e sentimenti provino questi animali tra le pareti di una stalla, confinati in un ambiente innaturale. Tanto innaturale da ridurre la loro speranza di vita a soli cinque anni (ma spesso si ferma a due); vale a dire appena un quarto della loro vita (vent'anni) consumata nella filiera di produzione del latte e dei suoi derivati, e terminata anzitempo in un mattatoio.

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