Vivisezione, Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente: l’universita’ di Ferrara liberi i suoi macachi

“Chi vuol far credere che i sei macachi utilizzati dal dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Ferrara vivano in una condizione di benessere che non reca né dolore né angoscia, dovrebbe trascorrere un po’ di tempo in una gabbia poco più grande del suo vestito e sottoporsi volontariamente a qualche esperimento senza anestesia”. Lo rileva in una nota la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, che riunisce le principali organizzazioni protezionistiche, tra cui Enpa, Lav, Oipa, Lndc e Leidaa.

 “Al di là dei dettagli di questa vicenda – prosegue la nota – rigettiamo “in toto” l’accusa di disinformazione rivolta agli animalisti. Proprio perché siamo informati, e vogliamo informare la pubblica opinione, chiediamo che cessino gli esperimenti e che i macachi siano liberati, com’è accaduto a Modena. Può non piacere, ma la definizione che di “vivisezione” dà il vocabolario Treccani si attaglia perfettamente all’attività svolta nei laboratori di Ferrara. Vivisezione: “Termine che, secondo un’accezione restrittiva, aderente all’etimo, designa ogni atto operatorio su animali vivi, svegli o in anestesia totale o parziale, privo di finalità terapeutiche ma tendente a promuovere, attraverso il metodo sperimentale, lo sviluppo delle scienze biologiche, o a integrare l’attività didattica o l’addestramento a particolari tecniche chirurgiche, o, più raramente, a fornire responsi diagnostici. Con significato più ampio, il termine viene riferito – almeno ai fini dell’interpretazione giuridica ed etica – a tutte quelle modalità di sperimentazione, non necessariamente cruente, che inducano lesioni o alterazioni anatomiche e funzionali (ed eventualmente la morte) negli animali di laboratorio (generalmente mammiferi), come ustioni, inoculazione di sostanze chimiche, esposizione a gas tossici o ad alte energie (radiante, elettrica, di altra natura), soffocamento, annegamento, traumi varî”.

“Nonostante la sindrome da accerchiamento che sembra affliggere alcuni vivisettori – conclude la nota – va nettamente respinto il tentativo di negare l’evidenza e di presentarsi addirittura come difensori della salute degli animali. Ribadiamo, con fermezza e assoluto rispetto delle leggi, la nostra richiesta: cessino gli esperimenti e siano liberati gli animali”.

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