Lupi. Mobilitazioni senza precedenti per difenderli, in 500 mila rispondono all’appello di Enpa: Galletti rifletta gli italiani non vogliono le uccisioni

Più di 500mila persone, ad oggi, hanno raccolto l’appello in difesa dei lupi lanciato da Enpa attraverso la propria pagina Facebook (clicca qui). E anche in queste ore centinaia di migliaia di italiani stanno “assediando” le pagine social e le caselle mail del Ministero dell’Ambiente e delle istituzioni; stanno firmando petizioni online e stanno dimostrando civilmente il proprio dissenso nei confronti di quella parte del “Piano sulla conservazione del lupo” che prevede la possibilità di aprire la caccia contro il più grande predatore italiano. Insomma, i cittadini, al cui fianco si sono schierati anche alcuni presidenti di regioni, stanno dicendo in modo chiaro e inequivocabile che non vogliono le uccisioni di lupi.

«Ridurre le tutele del lupo, autorizzando un “prelievo” del 5% alle Regioni, che “motiveranno” in qualche modo la necessità di ricorrere alle fucilate, è inaccettabile da un punto di vista scientifico, etico e legale. Tra l’altro, questa misura finirebbe per alimentare anche il bracconaggio, che ogni anno già uccide moltissimi esemplari», spiega l’Enpa, che aggiunge: «i lupi sono una specie elusiva, la cui predazione è diretta principalmente contro cinghiali e cervi. E’ chiaro che, se gli animali cosiddetti “da allevamento” vengono abbandonati a sé stessi, senza alcun riparo, essi diventano bersaglio di qualsiasi tipo di predatore. Sta dunque agli allevatori porre in essere misure minime di buone senso, finalizzate a garantire quella custodia responsabile che è l’unico modo per proteggerli in modo realmente efficace».

Invece di prendere in considerazione questi elementi e di dare il giusto e meritato peso alla protesta degli italiani, il ministro dell’Ambiente, cioè colui che è istituzionalmente preposto alla tutela della biodiversità, si arrocca accusando le associazioni di essere alla ricerca di “notorietà” – quelle stesse associazioni che egli non ha mai voluto incontrare – e spalleggiando la parte più estremista degli allevatori e dei cacciatori. Sempre alla ricerca, questi ultimi, di nuove e più ampie possibilità di sparo.

«Presto i cittadini potrebbero essere chiamati alla urne – conclude l’Enpa – e siamo certi che nella cabina elettorale si ricorderanno di tutte le misure ingiustificabili di Governo e Parlamento, comprese quelle dirette contro l’animale simbolo della biodiversità e della libertà». 

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