Animali. In Calabria impiccato un altro cane, ucciso davanti ai suoi cuccioli. Rocchi (Enpa): come un film dell’orrore, inasprire le pene per l’uccisione di animali

Impiccata al ramo di un albero davanti agli occhi terrorizzati dei suoi tre cuccioli. Così è morta la cagnetta Angela, il cui corpo senza vita è stato individuato nei giorni scorsi ed era così malridotto – l'animale era deceduto da almeno due settimane – da rendere impossibile qualsiasi accertamento necroscopico. I cuccioli di Angela, invece, sono stati trovati in buone condizioni di salute, in un luogo non distante da quello dove è stata uccisa la loro mamma. Soccorsi, i tre sono ora accuditi nel rifugio di Vibo Valentia gestito dall'Ente Nazionale Protezione Animali, che ha intanto attivato il proprio ufficio legale perché assuma tutte le opportune iniziative giudiziarie.

«Questo è il secondo episodio di impiccagione che si verifica in Calabria nel giro di pochi giorni. Purtroppo – ha commentato la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi – mi riesce molto difficile pensare a fatti isolati; d'altro canto, nella regione episodi di violenza contro gli animali non sono infrequenti. Ciò dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, quanto sia urgente inasprire le pene per i reati di maltrattamento e uccisione di animali. Di fronte a fatti simili abbiamo bisogno di un forte deterrente: dobbiamo dire chiaro e forte che siamo in presenza di atti criminali gravissimi, compiuti ai danni dell'intera società».

Intanto Enpa auspica che venga negata ogni attenuante agli aguzzini di Angela, sempre che essi vengano identificati. Ma auspica altresì un cambio di passo nella lotta al randagismo. «E' inaccettabile che la nostra provincia non abbia un canile sanitario. Ciò – aggiunge Enrica Saccani presidente dell'Enpa di Vibo Valentia – indebolisce tutte le iniziative di prevenzione e di contrasto al randagismo, che comunque ci sforziamo di realizzare sul territorio. Se avessimo avuto una struttura adeguata, forse la povera Angela non sarebbe rimasta sconosciuta fino alla morte; forse lei e suoi cuccioli avrebbero ricevuto la giusta e doverosa protezione». 

Facebook
Twitter
LinkedIn