La nascita della pecora Dolly nuova frontiera nello sfruttamento degli animali. Enpa: diciamo no al TTIP, diciamo no alla clonazione

«La nascita della pecora Dolly, avvenuta esattamente venti anni fa, segnò un nuovo stadio nell'evoluzione dello sfruttamento dell'uomo sugli animali, in particolare quelli “da reddito”, che, con l'applicazione delle tecniche di clonazione, venivano sempre più trasformati da esseri senzienti, portatori di diritti, in macchine animali da “piatto”. Le fattorie “biotecnologiche” dunque rappresentano il perfezionamento in negativo degli allevamenti intensivi». Lo dichiara Annamaria Procacci, consigliere nazionale di Enpa e già parlamentare dei Verdi, che già prima di quel 5 luglio 1996 fu protagonista della battaglia contro la clonazione e le manipolazioni genetiche operate sugli animali.

Insieme ai loro diritti – osserva Procacci – sono stati sacrificati quel senso del limite e le frontiere etiche di cui noi umani dovremmo essere portatori e custodi. Al riguardo dovremmo interrogare le nostre coscienze su quanti animali sono stati sacrificati e quanti continuano ancora a morire per l'applicazione delle tecniche di clonazione, le quali – tra l'altro – sono causa di un alto tasso di mortalità prematura negli esemplari “manipolati”. Esemplari che, il più delle volte, perdono la vita tra atroci sofferenze.

E' stata anche questa consapevolezza a spingere l'Europarlamento a dettare, nel settembre dello scorso anno, regole precise e severe, mettendo al bando, nel territorio dell'Unione, la clonazione di animali “da reddito” nonché l'importazione da Paesi terzi di animali clonati e dei loro derivati. «E' proprio qui che si registra l'evidente divergenza tra la cultura europea e quella statunitense, visto che Oltreoceano sono ammessi la “produzione” e il consumo alimentare di animali clonati. Ed è anche per questo che continuiamo a dire no al TTIP, poiché, se il trattato entrasse in vigore, esso, in ossequio del principio dell'equivalenza normativa tra USA ed UE, potrebbe permettere di aggirare il divieto europeo. Insomma, con il TTIP la clonazione animale verrebbe di fatto sdoganata nel “Vecchio Continente”. E forse, non è casuale che nel giorno del ventennale della nascita della prima pecora-fotocopia giungano notizie del probabile fallimento del negoziato…».

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