Legò cane all’auto e lo uccise trascinandolo, Rocchi (Enpa): assolutamente contrari alla messa alla prova, sminuirebbe crudeltà dei fatti

E' atteso per dopodomani (venerdì 24 giugno) il pronunciamento del Tribunale di Nuoro in merito alla richiesta di messa alla prova dell'uomo accusato di aver legato un cane all'auto e di averlo trascinandolo sull'asfalto per diversi chilometri. Al riguardo, l'Ente Nazionale Protezione Animali, che nel procedimento è parte offesa e chiederà di essere ammessa quale parte civile, ribadisce ancora una volta la più netta e assoluta contrarietà rispetto a tale ipotesi che sminuirebbe la gravità dei fatti di cui l'uomo è accusato.

«Questo individuo è accusato non solo di avere commesso un crimine agghiacciante, ma di averlo commesso in presenza di un minore e di avere addirittura opposto resistenza alla pattuglia dei Carabinieri che lo ha colto sul fatto. La gravità e la crudeltà dei fatti urta con l'istituto della messa alla prova», dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi. «Concedere tale beneficio sarebbe un pessimo segnale per quei cittadini che assolvendo un dovere civico si espongono in prima persona nel denunciare tali reati all'autorità giudiziaria; i quali vedrebbero così vanificato il proprio atto di coraggio. Invece, sarebbe una sorta di "liberi tutti" per coloro i quali considerano gli animali alla stregua di oggetti e non si fanno scrupolo di commettere su di loro i crimini più atroci. In un contesto dove purtroppo tali reati non rappresentano fatti episodici».

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