Il ministro Galletti incontra gli allevatori. Enpa: impensabile qualunque misura “ammazza-selvatici”

«Un Ministro della Repubblica ha il dovere istituzionale di rappresentare l'intero Paese e di dialogare con tutti i corpi sociali che lo compongono, non soltanto con gruppi di interesse ben individuati. I quali, spesso, pur esprimendo gli orientamenti e gli indirizzi che fanno capo a minoranze, cercano di polarizzare il consenso». Lo dichiara, alla vigilia di un incontro tra il Ministro dell'Ambiente e i rappresentanti di una parte degli allevatori, l'Ente Nazionale Protezione Animali, che prosegue: «Purtroppo, e in modo del tutto incomprensibile, data la mission del suo dicastero, non sembra essere questa la linea del ministro Galletti che, fin dall'inizio del suo mandato, ha mostrato di essere molto più attento alle istanze di allevatori, cacciatori e agricoltori. Il ministro invece ha generalmente opposto un muro di silenzio alle richieste serie e ben fondate del mondo animalista e ambientalista che dovrebbero quanto meno vedersi riconosciuti il medesimo “diritto di cittadinanza” di chi vorrebbe abbattere lupi e orsi».

Anche in questi giorni Galletti si sta prodigando in incontri con quelli che ormai possono essere considerati “interlocutori privilegiati”, nemici giurati delle biodiversità, in totale sintonia con quel “piano di conservazione del lupo” che contempla la possibilità di abbattere numerosi esemplari di lupo per “calmierare” eventuali tensioni sociali. Invece, le numerose e reiterate richieste avanzate dall'Enpa e da altre associazioni sono rimaste senza seguito. Il risultato è quello di una politica e di una programmazione ambientali contraddittorie se non addirittura inesistenti.

«Il Ministro – aggiunge Enpa – da un lato si impegna pubblicamente a difesa delle trivelle dall'altro, dall'altro sollecita l'abbandono dei fossili dopo la vicenda Polcevera; da un lato firma il predetto piano per abbattere cani e lupi, dall'altro smentisce i “suoi” tecnici; da un lato dichiara di impegnarsi per l'ambiente e la biodiversità, dall'altro poco o nulla fa per tutelare quelle numerose specie che, contro ogni norma, buonsenso e regola europea, continuano ad essere cacciabili in Italia nonostante il loro gravissimo stato di declino». 

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